Penelope

Donne, siamo messe peggio che in Liberia

Brunella Bolloli

Ogni anno, a marzo, mese della festa della donna, arriva puntualissimo il report sulla presenza femminile nei posti chiave. La buona notizia è che rispetto al 2015 sono aumentate le deputate, cioè le elette nei vari Parlamenti del mondo. Le parlamentari sono in crescita, secondo Un Women, l'agenzia specializzata delle Nazioni Unite, soprattutto in Ruanda, Cuba e Bolivia. In generale, dicono dal Palazzo di Vetro, sono cresciute dal 22,6 al 23,3 per cento. Il problema però è che sono diminuite quelle che al livello più alto, cioè presidenti e capi di Stato. Rispetto al 2015, infatti, le posizioni al vertice sono scese da 19 a 17 in tutto il mondo, cioè sono ancora troppo poche le Theresa May, Michele Bachelet, Angela Merkel, Ellen Johnson Sirleaf (presidente della Liberia), Ema Solberg, Aung San Suu Kyi e un'altra manciata di signore così che, piacciano o no, comandano nei rispettivi Paesi. Mentre se guardiamo al presidente di Parlamento anche qui siamo ancora indietro: 53 su 273 posti disponibili, ha fatto sapere Phumzile Mlambo-Ngcuka, direttrice di Un Women, sudafricana. . Fortuna che ci ha pensato il Movimento Cinquestelle: tra la Raggi, la Lombardi e Paola Taverna, la presenza in rosa non manca. Il problema, però, è cosa queste signore sappiano davvero fare. Ancora non è chiaro.