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Platea di vip per il libro sull'omicidio Bergamini

Da Rita Cavallaro anche la Moretti, Giletti e il gruppo "Divieto di Femminicidio"

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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Rita Cavallaro ha scritto Oltre L'indizio Foto: Rita Cavallaro ha scritto Oltre L'indizio
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Non è da tutti avere in prima fila, per la presentazione del proprio libro, l'esponente Pd Alessandra Moretti e il principe dei conduttori, Massimo Giletti, che, non senza clamore, ha appena mollato la Rai per approdare a La7. Invece per Rita Cavallaro, autrice di "Oltre l'indizio - Segreti e verità nell'omicidio Bergamini", venerdì sera a Carloforte, in Sardegna, sala piena e ospiti "vip". Oltre a Moretti e Giletti (che in passato sono stati anche paparazzati insieme al mare e adesso sono buoni amici), erano presenti il consigliere regionale Alessandra Zedda, il sindaco di Carloforte Salvatore Puggioni, l'assessore della Cultura Aureliana Curcio, l'imprenditore e avvocato esperto di relazioni internazionali Pier Greco e il professore Luigi Pellerano, oltre a Monica Macchioni, esperta di comunicazione e titolare della casa editrice Male edizioni, che ha pubblicato il libro. Si tratta di un testo molto attuale che svela particolari inediti sul caso del calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, trovato morto sotto un camion sulla statale 106 Jonica il 18 novembre 1989. Un drammatico decesso inizialmente classificato come suicidio a causa di bugie, depistaggi e indagini chiuse in maniera troppo sbrigativa. Oggi, a distanza di quasi 28 anni dalla tragica fine di un ragazzo che amava moltissimo vivere e giocare a pallone, grazie a nuove analisi, a nuovi testimoni e alla riesumazione del cadavere, come chiesto dalla famiglia, la verità sta lentamente venendo a galla. E la giovane cronista di "nera", Rita Cavallaro, già collaboratrice di Libero e oggi del settimanale "Giallo", ha ripercorso tutta la vicenda con un sapiente lavoro di ricerca e di lettura degli atti, con la tenacia di chi non si arrende e cerca le notizie fino in fondo. Alla serata, organizzata dalla Pro Loco di Carloforte, ha partecipato anche il gruppo "Divieto di femminicidio", in prima linea nella lotta alla violenza.        

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