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E brava Giulia...

La grillina Sarti scarica tutto sull'ex e la Cassimatis denuncia la deriva del M5S

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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L'abbraccio tra Grillo e Cassimatis prima del litigio Foto: L'abbraccio tra Grillo e Cassimatis prima del litigio
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Amore e guerra. Prima fidanzati, poi nemici con tanto di denuncia in questura. Nel marasma che sta travolgendo il Movimento fondato da Grillo e Casaleggio, c'è anche la fine di una storia, quella tra la deputata romagnola Giulia Sarti e il suo ragazzo, ora non più tale. La grillina, già salita agli onori delle cronache per via di un presunto ricatto sessuale di cui era rimasta vittima (ordito, a quanto rivelato nel libro Supernova, sempre da personaggi interni al M5S), ora è finita nel mirino per via del caso dei mancati rimborsi. E anche stavolta la colpa sarebbe di persone a lei molto vicine, gente di cui si fidava, come Bogdan Andrea Tibusche, che oltre ad essere il suo compagno lavorava nella segreteria della Sarti. Ora, tralasciamo la presunta parentopoli a spese dei contribuenti (cioè l'assunzione del fidanzato), qui il problema è che ballano 23mila euro, l'ultimo bonifico della Sarti risale all'ottobre 2017 e lei accusa Bogdan: mi aveva detto che quei soldi gli servivano per motivi di salute, adesso non so più dove sia andato né come rintracciarlo. Nel dubbio, la grillina è andata in questura a denunciarlo. Ma ora si trova nella scomoda posizione di sentirsi nella lista dei grillini "furbastri", tirata fuori dalle Iene, che non hanno restituito tutto il dovuto.  La vicenda dei mancati rimborsi, tuttavia, non è così nuova come si potrebbe pensare leggendo i giornali di questi giorni. La mancata trasparenza è un tema fondamentale ogni volta che si parla di M5S e pochi giorni prima che deflagrasse questo pasticcio, una ex attivista come Marika Cassimatis aveva già messo tutto nero su bianco in un libro dal titolo eloquente: "Polvere di 5 Stelle - Viaggio nella grande illusione" (edizioni Melampo). Cassimatis era la candidata a sindaco di Genova dell'anno scorso. Aveva vinto le Comunarie on line e, da regolamento, avrebbe dovuto correre lei per la poltrona di primo cittadino. Solo che Grillo, per la prima volta e inspiegabilmente, ha deciso di fregarsene della vittoria in Rete della Cassimatis e di puntare sul tenore Luca Pirondini, con la conseguenza che la Cassimatis ha ingaggiato una battaglia legale e ha deciso di andare avanti lo stesso. A Genova, poi, città di Beppe Grillo, s'è visto com'è andata: il Movimento ha avuto un tracollo in termini di voto e di consenso. Cassimatis scrive di come è stato tradito il principio dell'uno vale uno, di quanto la democrazia dei pentastellati in realtà sia fasulla, di come in tanti territori i militanti degli inizi, quelli che animavano i primi Meetup e credevano nel sogno di un Movimento senza opacità, siano stati allontanati perché ormai e la politica andava fatta in altro modo. Come decidevano Grillo e Casaleggio, e oggi Di Maio. Altro che democrazia.      

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