Penelope

Le ministre di Luigino

Brunella Bolloli

Più tecnici del governo Monti, tanti sconosciuti, alcuni riciclati o con esperienze e amicizie nella vecchia politica, dal Pd all'Udc di Casini. La super squadra di livello annunciata da Luigi Di Maio ha deluso parecchi, che forse si aspettavano nomi di parlamentari uscenti (a parte i due fedelissimi di Luigino, Alfonso Bonafede alla Giustizia e Riccardo Fraccaro ai Rapporti con il Parlamento). Ma sono soprattutto le donne grilline ad essere le più penalizzate perché nessuna, tra le ex deputate e senatrici, è stata pescata dal mucchio e gratificata con una poltrona ministeriale nella discussa lista di governo inviata prima del voto al Quirinale: né la pasionaria romana Paola Taverna, né l'economista ex Direttorio Carla Ruocco. Di Maio ha voluto, così, puntare su tecnici e prof per togliersi da dosso quella voce dell'incompetenza e della scarsa preparazione del Movimento Cinquestelle: insomma, i nominati devono essere tutti laureati e possibilmente avvezzi all'uso del congiuntivo, con un cv a prova di bomba e qualche pubblicazione da esibire. Ma chi sono queste donne nei posti chiave? Spicca la scelta di Paola Giannetakis, in lista alla Camera, indicata come possibile titolare del Viminale. Chi è costei? Da dove viene? Nata a Perugia, è del '72, è docente universitaria, collabora con le forze di polizia (che vorrebbe implementare), è consulente di parecchi casi giudiziari e anche molto telegenica. In sintesi: una docente criminologa. Un po' come se al posto di Minniti ci mettessero la Bruzzone. Basterà? Anche lei ha studiato al Link Campus University di Roma del democristiano Vincenzo Scotti da cui provengono quasi tutte le altre ministre indicate da Di Maio. Se il M5S dovesse vincere, se la dovrà vedere con la piaga dell'immigrazione, con la sicurezza, con l'escalation della violenza politica e dei centri sociali. E in più ora viene fuori che aveva firmato l'appello per il Sì al referendum costituzionale voluto dal governo Renzi e fortissimamente osteggiato dal M5S. Poi c'è il caso della Difesa, altro dicastero- chiave e anche qui i grillini indicano una donna: Elisabetta Trenta da Velletri, comune dove il fratello è stato candidato sindaco e ora è capogruppo, pur provenendo, dicono, da una tradizione centrista. Anche la Trenta, classe 1967, proviene dal Link Campus university di Roma. Per gli Esteri, altro dicastero pesante, è stato annunciato il nome di Emanuela Del Re, docente dell'università on line Niccolò Cusano nonché figlia dell'avvocato Michele Del Re finito nelle liste della P2 di Licio Gelli, cioè proprio in quella massoneria che i grillini tanto combattono (salvo poi avere alcuni militanti iscritti).