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Le donne non sono fatte per essere fermate

Sciopero dell'8 marzo? Casomai il contrario...

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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La festa internazionale della donna è l'8 marzo Foto: La festa internazionale della donna è l'8 marzo
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Festa della donna con mega sciopero indetto da alcuni collettivi femministi. Siete d'accordo? Personalmente no. Sono per la lotta, per i diritti, per l'autonomia, per l'emancipazione, per il riconoscimento che senza di noi i maschi fanno poco e male, sono perduti in una lavatrice che non parte, litigano con il microonde e con la piega delle lenzuola da rimboccare. Ma non credo che fermandoci un giorno intero, bloccando i trasporti, astenendoci dai rapporti sessuali o sfilando in un corteo al grido di: , si risolvano i problemi ancestrali che riguardano le differenze tra uomini e donne. Non credo che sia la protesta anti-molestie messa rimbalzata dal dorato mondo di Hollywood (in cui tutte sapevano e facevano finta di niente) al nostro cinema italiano il simbolo della festa internazionale della donna: diciamo che non è Asia Argento il mio modello di riferimento, ma non la giudico e faccia quello che vuole, io comunque non sarò in piazza con lei, oggi, preferisco andare a lavorare. Ecco, il lavoro. Su questo siamo ancora indietro, è vero, la mentalità maschilista dilaga. C'è da fare tantissimo. Lo scettro del comando, specie in alcune professioni, è quasi sempre nelle mani del maschio e se mai dovesse capitare che ce l'ha lei diranno sempre che è perché l'ha data. O che è raccomandata. Classico. Anche nella politica non è che va benissimo: nel Parlamento appena eletto le donne sono meno di un terzo e questo dovrebbe dirla lunga sul fatto che, cara Boldrini, non serve farsi chiamare ministra o sindaca o presidentessa se poi nell'emiciclo non cambia nulla e rimaniamo comunque una minoranza. Conta, invece, la salute e non è retorica. Ecco perché tra le tante, moltissime, iniziative che sono arrivate a proposito di questa festa della donna, voglio citare il tour della "Prevenzione Possibile" realizzata con tante sigle mediche e farmaceutiche. Si tratta di un truck attrezzato che viaggerà in 31 città italiane per parlare alle donne di prevenzione cardiovascolare e spingerle a cambiare alcune brutte abitudini (ad esempio fumiamo più dei maschi e non va bene). Siamo troppo esposte a malattie brutte e dobbiamo curarci. Solo per questo motivo dobbiamo fermarci un po' di più, non certo per gli scioperi. 

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