Penelope

Sabrina la voce dei terremotati

Brunella Bolloli

A Pieve Torina sono ripiombati nel dramma: via di casa, subito, alle 5.11 di mattina quando il mostro si è ripresentato. L'epicentro stavolta a Muccia, nel Maceratese, terra già colpita dal sisma del 24 agosto 2016. Il campanile dell'antica chiesa di Santa Maria del Varano è venuto giù come un birillo e perfino nelle piccole casette costruite per gli sfollati gli arredi sono caduti, facendo ripiombare le popolazioni del centro Italia nel terrore. Dall'alba, appena avuta notizia della scossa (peraltro avvertita anche in Abruzzo e Lazio), Sabrina Fantauzzi si è messa a riportare in rete tutto ciò che arrivava dalla zona colpita dalla nuova scossa. Lei di professione fa la comunicatrice, addetta stampa e "storica" portavoce del capogruppo di Fdi alla Camera Fabio Rampelli, una che bazzica Montecitorio da anni e conosce molto bene politici e giornalisti, ma non è il colore politico che qui interessa perché la "Fanta" è una vera leonessa di destra, ma ora lo è soprattutto per portare la voce dei terremotati. Di chi ha perso la casa, la famiglia, gli amici, un pezzo di vita a causa del terremoto che ha devastato, quell'estate maledetta, Amatrice e i borghi vicini come il suo, Illica. Lei era nella casa dei nonni in vacanza, come ogni estate, insieme ai figli, al fratello, alla madre: di notte è accaduto l'inferno e in qualche modo loro sono riusciti a scampare alla morte. Ma quel dramma è rimasto, ed è è stato così forte il desiderio di fare qualcosa per la sua terra, che la Fantauzzi insieme ad altri ha fondato il Comitato "Illica Vive" e da allora il suo lavoro è stato anche quello di fare da ponte tra i terremotati e i giornalisti. Di portare la voce delle popolazioni colpite, il loro disagio, le loro paure, la loro rabbia verso uno Stato che non sospende le tasse per chi non ha più nulla. Illica è stato raso al suolo, Accumoli devastato, Amatrice distrutti. E ieri di nuovo la paura, stavolta per fortuna senza feriti. Sabrina sempre sul pezzo. Per non fare dimenticare quello che è successo.