Penelope

Quelle tranquille vicine di casa

Brunella Bolloli

Non tutti i vicini di casa, per fortuna, sono come Olindo e Rosa, gli autori della strage di Erba. E non tutte le ragazze di Albano, tranquillo paesino dei Castelli Romani, hanno la sfiga di avere sul pianerottolo di casa una famiglia di aguzzini dove le donne sono, se possibile, perfino più cattive dei componenti maschi del nucleo familiare. Due signore italiane, 57 anni la madre, 32 la figlia, le quali, insieme al compagno 26enne della più giovane hanno preso di mira la ragazza che abitava accanto facendola diventare un pupazzo nelle loro mani, uno straccetto da prendere e buttare come e quando lo dicevano loro. A questa fanciulla indifesa, i tre ne hanno fatte di ogni: l'hanno fatta prostituire, così loro si spartivano il bottino, l'hanno seviziata, picchiata, minacciata di morte e perfino bruciata con il ferro da stiro bollente. La notte tra il 2 e il 3 luglio le urla della poveretta sono state così forti e acute da svegliare alcune persone (questi sì, buoni vicini) che hanno allertato la polizia. Sono arrivati gli agenti della Squadra Mobile e del commissariato di Albano che hanno portato la giovane in ospedale dove i medici hanno riscontrato un trattamento