Penelope

Bonafé alla conquista del Pd toscano

Brunella Bolloli

La terra del capo. Che, seppure dimesso, è ancora quello che, in attesa di un congresso nazionale, ha in mano la maggioranza del partito e proprio in questi giorni, chissà magari complice il documentario per Firenze che lo vede in veste di conduttore-divulgatore, ha ripreso a esternare, microfono in mano, e prova a riorganizzare le sue truppe. La sua terra, dicevamo, la rossa Toscana che però alle ultime amministrative ha perso di brutto: Siena, Pisa, Massa, una batosta dietro l'altro. Normale, quindi, che si debba correre ai ripari, altrimenti alle prossime elezioni sarà un bagno di sangue. Dunque, ora è saltato il nome di Simona Bonafè, una renziana della primissima ora, che poi a un certo punto non è stata più nelle grazie del capo Matteo, ma che ora sembra essere ritornata e ieri ha ufficializzato su Facebook la sua candidatura alla segreteria del Pd toscano. Sarà un ticket con Federico Gelli, ex deputato che sperava in quel ruolo, ma a cui è stato fatto capire che sarà una gestione collegiale del partito. E comunque la Bonafé, forte dei suoi trecentomila voti alle Europee, dove era stata spedita quasi un po' in esilio dopo un periodo da parlamentare alla Camera e l'uscita (temporanea) dal giglio magico, era da tempo che smaniava per ritornare sul suolo italico con un ruolo più forte in un partito percorso da troppe correnti e lacerato dal caos di Banca Etruria e dalle varie inchieste che sono arrivate a toccare perfino il babbo e la mamma dell'ex premier. Insomma, ora si ricomincia. Lei stessa ha tenuto a precisare che intende