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Bonafé alla conquista del Pd toscano

I renziani provano a riorganizzarsi dopo le ultime batoste

Brunella Bolloli
Brunella Bolloli

Alessandrina, vivo a Roma dal 2002. Ho cominciato a scrivere a 15 anni su giornali della mia città e, insieme a un gruppo di compagni di liceo, mi dilettavo di mondo giovanile alla radio. Dopo l'università tra Milano e la Francia e un master in Scienze Internazionali, sono capitata a Libero che aveva un anno di vita e cercava giovani un po' pazzi che volessero diventare giornalisti veri. Era il periodo del G8 di Genova, delle Torri Gemelle, della morte di Montanelli: tantissimo lavoro, ma senza fatica perché quando c'è la passione c'è tutto. Volevo fare l'inviata di Esteri, ma a Roma ho scoperto la cronaca cittadina, poi, soprattutto, la politica. Sul blog di Liberoquotidiano.it parlo delle donne di oggi, senza filtri.

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Simona Bonafé è nata a Varese nel '73 Foto: Simona Bonafé è nata a Varese nel '73
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La terra del capo. Che, seppure dimesso, è ancora quello che, in attesa di un congresso nazionale, ha in mano la maggioranza del partito e proprio in questi giorni, chissà magari complice il documentario per Firenze che lo vede in veste di conduttore-divulgatore, ha ripreso a esternare, microfono in mano, e prova a riorganizzare le sue truppe. La sua terra, dicevamo, la rossa Toscana che però alle ultime amministrative ha perso di brutto: Siena, Pisa, Massa, una batosta dietro l'altro. Normale, quindi, che si debba correre ai ripari, altrimenti alle prossime elezioni sarà un bagno di sangue. Dunque, ora è saltato il nome di Simona Bonafè, una renziana della primissima ora, che poi a un certo punto non è stata più nelle grazie del capo Matteo, ma che ora sembra essere ritornata e ieri ha ufficializzato su Facebook la sua candidatura alla segreteria del Pd toscano. Sarà un ticket con Federico Gelli, ex deputato che sperava in quel ruolo, ma a cui è stato fatto capire che sarà una gestione collegiale del partito. E comunque la Bonafé, forte dei suoi trecentomila voti alle Europee, dove era stata spedita quasi un po' in esilio dopo un periodo da parlamentare alla Camera e l'uscita (temporanea) dal giglio magico, era da tempo che smaniava per ritornare sul suolo italico con un ruolo più forte in un partito percorso da troppe correnti e lacerato dal caos di Banca Etruria e dalle varie inchieste che sono arrivate a toccare perfino il babbo e la mamma dell'ex premier. Insomma, ora si ricomincia. Lei stessa ha tenuto a precisare che intende  . Ecco, appunto, umiltà, quella che ultimamente è tanto mancata al Pd. E gli elettori l'hanno capito.   

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