Penelope

Nugnes e gli altri: occhio Luigino, hai un problema

Brunella Bolloli

Altro che testuggine romana. Luigi Di Maio è partito per la Cina (viaggio in economy, tanto per fare capire come sempre che "loro" sono diversi) con un problema grosso come una casa tra le sue truppe. Al Senato è partita la fronda, con due donne in prima fila a guidare il dissenso interno: Paola Nugnes ed Elena Fattori. La Nugnes è partenopea, come Roberto Fico, il capo dei super ortodossi temporaneamente parcheggiato a fare il presidente della Camera ma non per questo distante dal Movimento Cinquestelle, anzi. Fico ha siglato con il suo avversario interno, Luigi Di Maio, una sorta di pax, una tregua in ragione dal fatto che i grillini sono al governo e devono marciare uniti per portare a termine tutti i punti previsti dal contratto con la Lega. Ma Fico fin da subito ha storto il naso sul patto siglato con il Carroccio e le sue truppe parlamentari, ovviamente, sono con lui. Il tema dell'immigrazione, in particolare, è terreno di scontro. Nugnes, la Fattori, ma anche Gregorio De Falco (l'antiSchettino del "sali a bordo, cazzo), il senatore Mantero e una manciata di altri senatori M5S hanno detto che loro il decreto sicurezza tanto caro a Salvini non hanno alcuna intenzione di votarlo. E dunque il capo politico pentastellato ha un grande problema interno. Tanto più che De Falco gli ha appena ricordato che "pure Di Maio è a termine", in sostanza nessuna paura di essere cacciati. E poi c'è la vicenda Tav, Tap, la parola rimangiata sul Muos, tutti gli annunci fatti in campagna elettorale e poi smentiti in questi pochi mesi di esecutivo. Resisterà il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia grillino? Nugnes e compagni, ormai, non intendono più votare tutto quello che il Movimento impone...