Penelope

I disastri della Raggi non fermano le feste di Roma

Brunella Bolloli

C'è una cosa che in questa disgraziata stagione di decadenza romana resiste e nessun sindaco incapace o spento potrà mai oscurare: le feste dell'estate. Sì, d'accordo, in centro ci sono topi grossi gatti che escono dai tombini, i cassonetti traboccano di immondizia e i gabbiano sono così famelici da fare paura come delle belve feroci. Però, quando i romani decidono di divertirsi e di abbinare il divertimento alla comunicazione e alle pubbliche relazioni, non ce n'è per nessuno. Da questo punto di vista Monica Macchioni è una potenza. Decide, organizza, trova la location giusta e chi non c'è, peggio per lui. La Macchioni, poi, ora si è circondata di una coppia di soci, Rita Cavallaro e Andrea Nido, che sanno come trovare le attrazioni giuste e la musica per fare ballare e cantare la gente. Stavolta hanno scelto una magnifica villa nell'incanto dell'Appia Antica, Villa Fiorano, un catering (di Cherubini) che ha saziato ogni palato e hanno così dato vita al party del Solstizio d'Estate tra funamboli, trampolieri, draghi, giochi di luce, arpisti e cavalieri. I disastri di Roma sono rimasti lontani per una sera, i partecipanti hanno pensato solo a divertirsi anche se la Macchioni non smette mai di lavorare e, tra una portata e l'altra, avrà macinato sicuramente una decina di idee nuove per la sua società di comunicazione. Avrà parlato di affari con Claudio Lotito, il patron della Lazio che ha messo gli occhi su Alitalia; di politica con Fabrizio Cicchitto, di eventi e mondanità con Emilio Sturla Furnò o con la nobildonna Marisela Federici, seduta al tavolo con Fulvio Abbate e Umberto Pizzi, solo per fare due nomi, perché di gente ce n'era così tanta che è perfino difficile ricordarsi tutti. Per la prima volta sul prato verde della villa è stato ricreato Stonehenge per il solstizio (21 giugno) e questa è una festa che sta prendendo sempre più piede in Italia. Poi c'era pure il falconiere Maurizio Alessandrini con la sua aquila maestosa e una torta spaziale creata dalla cake designer Katia Malizia. Generone romano, lo chiamano i detrattori. Quelli che vorrebbero esserci e invece non ci sono e a chi sostiene che Roma sia sfiorita, come nel film La Grande Bellezza, che sia tutto finito e bisogna solo rassegnarsi, bisogna ricordare che una città così bella non muore mai, al massimo si prende una pausa, ma senza mai smettere, per una sera, di sognare.