Penelope

L'Alice dei Momix, viaggio dentro di noi

Brunella Bolloli

Hanno 40 anni ma lo stupore da bambini di Alice, lo stesso entusiasmo della biondina vestita di bianco che volteggia sull'altalena e che, a soli 10 anni, ispirò Lewis Carroll, timido professore di matematica dell'epoca vittoriana. I Momix hanno compiuto 40 anni di carriera e hanno una storia pazzesca alle spalle come pazzesca è la vita del loro fondatore, Moses Pendleton, ballerino e coreografo geniale cresciuto in una fattoria del Vermont dove il padre faceva l'allevatore. Momix era il nome di un latte in polvere per i vitellini e Momix è diventato il marchio di fabbrica di questa leggendaria compagnia di ballo tanto legata all'Italia e alle sue bellezze. E' qui che Pendleton ha debuttato con i suoi danzatori nel 1980 ed è qui che torna ogni anno con il nuovo show che registra il tutto esaurito. Al Teatro Olimpico di Roma fino al Primo Marzo c'è Alice, l'ultima creazione di Pendleton e del co-direttore artistico Cynthia Quinn (compagna di vita e di palco). La prima mondiale di Alice è stata l'anno scorso proprio all'Olimpico per la Filarmonica Romana di cui Pendleton è Accademico dal 2012 - unico coreografo ad esserlo, a conferma dell'ultratrentennale collaborazione tra l'ideatore della compagnia di ballo americana, l'istituzione romana presieduta da Paolo Baratta e il teatro capitolino.  Alice s'inserisce nell'ambito delle Giornate della Danza della Accademia Filarmonica Romana e Teatro Olimpico e dopo la Capitale toccherà le città di San Donà di Piave (3-5 marzo), Thiene (7-8 marzo), Torino (11-15 marzo) e Milano (18 marzo-5 aprile), ma non è un semplice balletto perché i Momix non sono solo ballerini e chi li ha seguiti sa che è riduttivo definirli tali. Stiamo parlando soprattutto di atleti, uomini e donne che hanno un corpo plasmato dall'esercizio ma armonico ed elastico e adattabili alle trasformazioni richieste dallo show. Leggeri come bambini eppure perfetti nel muovere ogni singolo muscolo senza sgarrare la coreografia che si avvale di sempre nuovi "mezzi" che lasciano lo spettatore sbalordito. Costumi, luci, effetti speciali, attrezzi e funi appese al soffitto: la fantasia di Pendleton non si esaurisce mai e rivisitando la fiaba di Carroll "Alice nel paese delle Meraviglie" riesce a prendere grandi e piccini (sebbene a volte possa anche inquietare). Il coniglio bianco, il cappellaio matto, l'implacabile regina di cuori, lo stregatto che diventa drago, l'universo fantasmagorico in cui Alice è sperduta, come ognuno di noi, rappresenta un mondo magico dove il corpo umano si trasforma e niente è ciò come appare. Alice è l'unica che riesce a leggere il mondo sottosopra e il suo è un viaggio che è un andare in profondità nel nostro inconscio,