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Manila Gorio il trans che arruolava i peggiori reduci del mondo

da Presa diretta

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Sostiene, con forza e sopsirui il solito trans trans alla telecamera: «Questo è un Paese dove non vieni fuori per le tue capacità, ma per il gossip e a me dispiace farlo per forza...». La frase esce dalla bocca gonfia di malinconia e botulino di Tonino Giangregorio in arte Manila Gorio, noto transessuale pugliese e “amica della D'Addario”, che se ne sta in bikini su una spiaggia tarantina circondati dai reduci di tutti i reality italiani che fanno casino con le trombette. Il trans, in un ottimo italiano, viene interrogato dall'ex iena Alessandro Sortino per “Presa diretta” (lunedì Raitre) nella puntata che indaga sulla “La macchina del fango”. La trasmissione è un compitino laccato da molta pruderie rispetto alle inchieste di Iacona, solitamente sontuose e ricche di notizie; e grazie, alla presenza del trans Manila che pare abbia frequentato Italo Bocchino, ottiene l'attenzione dei voyeur della notizia e i titoli dei giornali. Ora, a parte che -salvo la loro attività non incida sui nostri portafogli- i politici possono frequentare chicchessia; e a parte, che «oggi  trans tira parecchio...», come ci commenta l'amico regista hard Silvio Bandinelli titolare della casa di produzione per diversamente dotati “Palo Alto”; a parte, insomma, l'odore di sesso che snatura la suddetta inchiesta; è la scena in sè che instilla tristezza infinita. C'è la Goito che di professione è “una sorta di Lele Mora pugliese che raggruppa tutti i sopravvissuti dei reality”,e li fa girare come mandrie di buoi nelle spiagge italiane.« Questi ragazzi dopo essere stati usati e messi da parte dalla tv cadono in depressione, e li raccolgo io...», sintetizza la trans che a suo tempo era ella stessa star di un reality locale “La masseria”. E, in mezzo a masse di palestrati e tettone che ballano e sudano, il trans indica: «Quella è Marika di Tamerreide, quell'altra è un ex dell'Isola; quello, invece è famoso perchè era fidanzato con un ex partecipante del Grande Fratello, sai l'ha messa incinta...». E la telecamera impietosa seguiva la giornata dei reduci, reduci stretti sul pullman come nelle mitiche gite delle pentole, esausti, i volti gonfi costretti ad infilarsi di discoteca in discoteca fino a notte fonda, polli da batteria umani.  L'operazione imprenditoriale si chiama “reality vip” e dà l'idea di un caporalato dello spettacolo. Anche se, scoprendo che costoro guadagnano 1000 euro a sera, la mestizia cede il posto alla stizza. E un pensiero subito ci prende, onorico e cruento: imbottire quel pullman di tritolo, con miccia variabile.

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