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"Ginnaste" il docureality che fa venire i crampi alla telecamera

amore e ginanstica

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Sono elementi di callida nevrosi. Le piroette sugli anelli di Jessica; le mani del fisioterapista come un Pastamatic; le acrobazie sulla trave di Carlotta e Betta (che poi arrivano seconda e terza ai Mondiali, davanti alla solita russa bionica); i voli d'angelo dei colleghi maschietti brufolosi che, di notte, smanettano su Facebook.  Ogni inquadratura, sfibrante, nevrile di “Ginnaste- vite parallele” -Mtv venerdì ore 21 e da lunedì e venerdi dalle 15 alle 19- rischia di far venire i crampi alla telecamera. Ginnaste è un docu-reality sulla “vita sportiva ed emotiva di sette adolescenti ginnaste tra i 14 e i 20 anni”. Le ragazze vivono blindate nel Centro Tecnico Federale di Ginnastica Artistica di Milano; lo fanno per cercare, lontano dalla famiglie, tra fatica e sacrificio, di tenere alto l'onore dell'Italia. Studiano perfino, lì dentro, tra insegnanti che interrogano su Shakespeare e motivatori che dissezionano Freud. In pratica è l'esatto contrario del Grande Fratello: una sorta di “Amici” della ginnastica, se vogliamo. Solo per questo, per dimostrare che ci sono ancora giovani che si smazzano senza necessariamente sfilare nei cortei incappucciati o parcheggiarsi nei reality, il programma è degno di rispetto. E, dal punto di vista della confezione visiva, non sfigura affatto. Il problema, semmai -come in molte delle produzioni di Mtv- sta nella narrazione. Il tema del “saranno famosi” nella sua accezione sportiva è rischiosissimo: anni fa “Campioni” che infilava le telecamere negli spogliatoi di una squadretta di calcio fu, per Mediaset, un bagno di sangue. O il backstage si arricchisce di una struttura, con scavo dei personaggi realizzato su una sceneggiatura da fiction, oppure -lasciate sbrigliate le sole immagini- diverte per mezz'ora. Dopo può produrre orchite. Figuriamoci quando ascolti una voice over banalotta («Così lontano dalla famiglia non è facile, ma è il prezzo che devi pagare se sei tra i migliori»; «Prima della gara la tensione può prenderti alle spalle...») e senti intervistare un allenatore che filosofeggia di anelli e parallele. Qui di queste straordinarie adolescenti non esce la storia, nè la passione, nè i sogni. Se uno si legge “Le avventure di Huckleberry Finn” l'effetto è migliore (e si diverte di più)...

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