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Anche da Dolce&Gabbana si indossa il velo

Daniela Mastromattei
Daniela Mastromattei

Daniela Mastromattei è caposervizio di Libero, dove si occupa di attualità, costume, moda e animali. Ha cominciato a fare la giornalista al quotidiano Il Messaggero, dopo un periodo a Mediaset ha preferito tornare alla carta stampata

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Dopo Mango, Zara e H&M anche Dolce& Gabbana presenta la sua prima collezione deicata alle donne che non vogliono rinunciare al velo. Si chiama "Abaya" la linea di abiti per le signore musulmane: si tratta di hijab (il velo per coprirsi il capo) e abaya (una veste, solitamente nera, che copre tutto il corpo tranne il volto, i piedi e le mani). I capi realizzati in tessuti leggeri e colori neutri, beige e nero, presentano gli elementi tipici della casa di moda italiana come pietre preziose incrostate, pizzi, decorazioni floreali, ricami, e stampe di limoni e margherite che richiamano la collezione che il marchio ha fatto sfilare per la primavera 2016. Non solo: le modelle che mostrano i capi "Abaya" indossano gioielli vistosi, occhiali da sole e borsette pitonate. Ovviamente la casa di moda Dolce&Gabbana ha fiutato il business del mercato musulmano,  giovane ma in espansione, desideroso di beni di lusso. Secondo un rapporto di Thomas Reuters, nel 2013 i paesi musulmani hanno speso 366 miliardi di dollari (circa 340 miliardi di euro) in vestiti e calzature, che stando alle proiezioni diventeranno 484 (circa 450 miliardi di euro) nel 2019. Nel 2014 DKNY e Tommy Hilfiger hanno lanciato  una capsule collection  per il Ramadan, il periodo delle feste, Monique Lhuillier una linea di caftani per Moda Operandi e Net-a-Porter una campagna acquisti sempre per il Ramadan.  

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