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Arriva il prospetto semplice per i prodotti finanziari. Ma è troppo tardi

FRANCESCO DE DOMINICIS
FRANCESCO DE DOMINICIS

A Libero dal 2007, è in forza alla redazione di Roma dove si occupa di economia e soprattutto di banche. Il nome di questo blog, Baraonda bancaria, è ripreso dal titolo di un libro scritto nel 1960 da Alberto de' Stefani nel quale l'autore racconta la sua esperienza nel salvataggio del Banco di Roma negli anni 20: è la storia di intrecci politici e gestioni fuori legge. Dopo un secolo, nell'industria finanziaria italiana, non sembra cambiato granché.

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Rulli di tamburi, squillino le trombe ... in banca! Massima trasparenza e addio bufale. Perché sono in arrivo - pare - informazioni più semplici e chiare per scelte più consapevoli. Sarebbe questo l'obiettivo della proposta dell'Abi approfondita stamattina nella riunione dell'esecutivo dell'Associazione bancaria, a Milano, cui ha preso parte anche il presidente della Consob, Giuseppe Vegas. "Chiediamo alla Consob di predisporre al più presto la definizione di schede informative semplici che permettano scelte serene e senza equivoci per gli investimenti in prodotti finanziari" ha detto il presidente Abi, Antonio Patuelli, spiegando che con Vegas c'è stato "un confronto costruttivo per ottenere normative più facili da capire, che consentano ai clienti scelte più consapevoli e senza rischi di confusione, anche attraverso una differenziazione nei colori per le diverse tipologie giuridiche dei prodotti finanziari". A questo punto verrebbe da dire che siamo di fronte alla svolta. Della serie: mai più fregature allo sportello o qualcosa del genere. Eppure, questo accordo tra l'Assobancaria e l'autorità di vigilanza merita qualche riflessione. 1) Come spesso accade, si chiude la stalla quando i buoi sono scappati. E qui ci riferiamo alla vicenda degli obbligazionisti subordinati di Banca Marche, CariChieti, CariFerrara e PopEtruria. Migliaia di persone che avevano acquistato titoli di quelle banche - risolte con l'intervento della Banca d'Italia il 22 novembre scorso - si trovano in mano con un pugno di mosche. Certo qualcuno aveva acquistato quei bond con la piena consapevolezza del rischio a cui andava incontro, attratto da un buon rendimento; molti altri, invece, sono stati ingannati e ora aspettano quei rimborsi promessi dal premier Matteo Renzi ben due mesi fa e non ancora arrivati. Fatto sta che ancora una volta - fu così per Cirio, Parmalat e tango bond tra il 2001 e il 2003 - si chiedono riforme quando la frittata è fatta. Troppo facile. Anzi, scorretto. 2) C'è bisogno sempre di una nuova legge o di un regolamento in più a tutti i costi perché le banche smettano di vendere spazzatura allo sportello? Più che introdurre divieti, che si rivelano sempre aggirabili, più o meno facilmente, varrebbe la pena inasprire le sanzioni: toccate, ma per bene, il portafoglio ai banchieri e vedrete che la smettono.

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