Complimenti per la trasmissione

Lo strano caso di Greggio e Iacchetti vestiti da donna

Francesco Specchia

Due vecchie, carnevalesche, prostitute di basso cabotaggio che rivendicano la loro antica liasion con un importante uomo politico. Il terribile segreto di una maternità nascosta tra adunate sul Monviso, sfilacciate giarrettiere e slip verdi “tenuti per ricordo” e per tergersi il sudore. Il riconoscimento della responsabilità. L’agnizione finale, come da peggior feuilleton, del padre peccatore che riabbraccia i figli. Se si dovesse giudicare un programma dal suo ascolto, l’inebriante 24.72% di share dell’ultimo C’è Posta per te battezzato con il finto incontro tra Ezio Greggio e Enzo Iacchetti travestiti da battone e l’ubiquo Matteo Salvini; be’ non si farebbe altro che confermare la maestria di Maria De Filippi nell’entrare in empatia col suo pubblico. Ma non si vive di sola audience. Ora, non mi scandalizzo certo per la presenza di un politico in un programma ultrapop glassato dai sentimenti (Fassino e la Tata e il chiodo di Renzi con dentro Renzi rimangono ancora fuochi accesi nell’immaginario). Salvini, invitato nel format di punta del sabato sera, ha fatto benissimo a prestarsi. Ed è legittimo che ne abbia approfittato per soffiarci dentro il suo messaggio politico contro la Fornero, o sulla necessità degli asili nido gratis, o sugli immigrati (“Matteo hai un figlio illegittimo…”, e lui: “ Ma è regolare? Sennò, andale”, citazione dall’ex assessore lombardo Prosperini). No. Il rilievo è all’estenuante sketch di cui sopra -40 minuti che abbatterebbero un elefante- è , semmai, tecnico. Greggio e Iacchetti mi ricordano l’esordio cinematografico della coppia Franchi & Ingrassia che nel film “Due marines e un generale” commentarono la performance del loro partner, un vecchio comico Usa sbarcato in Italia per motivi alimentari: “Quel signore non ridere…”. Ed era Buster Keaton. Ecco: Greggio e Iacchetti, come Aldo, Giovanni e Giacomo e molte star di Zelig, non fanno più ridere.. Mossette en travesti che scimmiottano il Totò vestito da donna di Tototruffa; l’armamentario degli sfottò fintamente antileghisti dall’ampollina dell’acqua del Po alle alle manette (pronto, Salvini: “Bene. Io sono per la sicurezza”) ; i falsi “figli della colpa” tra cui un immigrato col cartello “Sì alla polenta, no al cous cous”. Triste. Ha ragione Domenico Naso: qui, al confronto il peggior Pingitore sembra Woody Allen. E Pingitore, comunque, ha inventato un genere, trascinando la politica dall’altare nella polvere….