Complimenti per la trasmissione

E se Mistero Adventure lo conducessero gli alieni?

Francesco Specchia

This place is amazing!», questo posto è stupefacente, dice Daniele Bossari nel mezzo del deserto del Nevada. Il cielo riverbera bagliori rossastri, lo sguardo è fisso ora verso l’orizzonte, dove prima o poi un Ufo spunterà, ora verso il décolleté di Laura Torrisi, l’accompagnatrice. «Questo posto è stupefacente», si riferisce al posto fisico dell’Area 51 dove i due si sono ritrovati, inviati a spese di Mediaset. Ma l’espressione «stupefacente» si può estendere, nel senso farmacologico del termine, anche al luogo metafisico di Mistero Adventure (mercoledì Italia1 prime time), il programma che catapulta il buon senso nella dimensione dell’irreale. Qui la coppia Bossari-Torrisi si fa guidare da una «guida ufologica», tal Dean, tra «i petroglifi degli antichi indiani Hopi e Navajo. Dean discetta di antenati spaziali dei Navajo (e io m’immagino Tex Willer pronto ad estrarre la colt). Bossari fa l’espressione corrucciata: «Mmmh, qui il mistero s’infittisce» e la Torrisi, pronta: «Ok, allora la prossima destinazione è l’autostrada degli extraterrestri». E si buttano sulla strada polverosa che si dice bazzicata dagli alieni. La voce fuori campo, nel frattempo, ti illustra un video in cui «uno gnomo attraversa la strada, ma ha chiari problemi di deambulazione, non in grado di fare quei salti che contraddistinguono la sua razza...» (nel video lo gnomo è un’indistinta palla pelosa). A questo punto mi direte: hai cambiato canale. No. Colto da incauto masochismo, ho proseguito la visione di Mistero Adventure. Volevo capire dove volevano arrivare. E Daniele e Laura, arrivano a 10 miglia dall’Area 51, il luogo dove il governo Usa nasconderebbe cadaveri di alieni sezionati dal 57. «Ti ricordi l’incidente di Roswell?», chiede Laura, come si trattasse della prima edizione del Grande Fratello. Daniele traduce i cartelli di pericolo area militare, rievoca «oggetti più luminosi del sole comparsi all’improvviso», osserva una jeep di soldati che li osserva e, rassegnato all’idea di non poter trovare un venusiano sull’asfalto che fa l’autostop, passa la notte in auto. Altro stacco in un teatro inglese dove una sedia si muove da sola: «Ci troviamo di fronte, forse, a un luogo infestato?» Uno dice: ok, ora hai cambiato canale. No. Non so perché mi ostino alla frequentazione di queste micidiali frescacce. Forse il nerd che è in me si aspettava davvero che spuntasse un alieno a cui proporre la conduzione del prossimo Mistero...