Complimenti per la trasmissione

Il maresciallo Frassica alla conquista del web

Francesco Specchia

L’esperimento è ardito. È un po’ come mettere il nonno di Heidi a capo di un dipartimento di Google, o far giocare Sergio Mattarella agli Hunger Games («Sergio, il ragazzo di fuoco», v’immaginate?)... Insomma. Appariva un’operazione innaturale piazzare il maresciallo Cecchini ovvero Nino Frassica, il capitano Tommasi/Simone Montedoro) e il sagrestano Pippo/Francesco Scali -le punte di diamante del cast ultrapop di Don Matteo- ad illustrare ai volenterosi analfabeti del web, la grammatica di base di Internet. Nel solco ritritito dei manuali americani for Dummies, «per negati», o del sempiterno  maestro Manzi, l’operazione Complimenti per la connessione (Raiuno, da lunedì a venerdì ore 20.30) targata Lux Vide non è malvagia. Tutt’altro.  Per spiegare il significato di «motore di ricerca», di «spam», di «password» si fa ricorso a minifiction di 6 minuti ambientate della stazione di carabinieri di Spoleto, una sorta di sacrario laico d’Italia. Il copione reitera sempre la stessa scena. C’è sempre il cazzeggio fra il surreale maresciallo Cecchino e il triste Pippo («giochiamo a nascondino? Io nel 1977 sono stato campione mondiale di nascondino. Non mi hanno trovato per due mesi e mezzo...», dice Frassica). C’è sempre il capitano che tenta di spiegare ai due ignari il significato di parole tipo «social network» o «app»,  attraverso un lessico alto: «trattasi di un software leggero con un’interfaccia specifica per dispositivi mobili». C’è sempre lo sguardo interdetto, ai  limiti del penitenziale, dei due discenti. E c’è sempre la semplificazione finale del concetto aiutata da disegnini molto basic, col capitano che, alla fine, chiede: «Capito?», e il maresciallo e il sagrestano che rispondono in coro: «Capito, capitano!». Sigla. Stop. Messa così, l’operazioncina che tratta da capre i ripetenti internettiani - specie se provinciali, assidui di parrocchia e carabinieri- potrebbe risultatare perfino un tantino offensiva per le categorie suddette. Ma funzione.  Merito soprattutto del candore di Frassica, il suo nonsense arboriano a metà fra Alessandro Bergonzoni e  un Buster Keaton dotato di parola. Frassica rende illuminata, con un umorismo gentile, la buia diffidenza di un over 70 che maneggia lo smartphone.  Probabilmente non è un format che acquisteranno nella Silicon Valley, ma  il suo dovere di servizio pubblico lo fa...