Complimenti per la trasmissione

Bring the Noise, il giochino della musica

Francesco Specchia

Oddio, pensavo peggio. Confesso che su Bring The Noise -titolo da una canzone dei Public Enemy-, game show di Italiauno (mercoledì prim time), ero partito col pregiudizio tecnico della boiata colossale. Molto prevenuto. Però,quando ho visto Alvin il conduttore rievocare le gesta di Carlo Conti a Tale & quale, di Ettore Andenna a Giochi senza frontiere, o di Alessandro Greco ai tempi del Furore della Rai; e quando ho assistito al martirio di Fabio Rovazzi a cui non perdonerò mai il ritornello di Andiamo a comandare, col quale i miei figli mi hanno torturato per un’estate; e quando ho osservato Jake La Furia anima corpulenta e assai tatuata dei Club Dogo (ma là dentro erano tutti tatuati dalla Barale a Facchinetti: se non hai almeno un maori che ti spunta dall’inguine o dall’ascella, ormai non sei nessun0…) azzeccare il testo di una canzone della Amoroso letta dalla voce di un navigatore satellitare; be’, lì, ho capito che il programma aveva delle potenzialità. Non che sia un roba freschissimaa, intendiamoci. Si tratta di prendere degli ospiti mediamente famosi - Katia Follesa, Paola Barale, Jake LaFuria, Francesco Cicchella, Andrea Pucci, Fabio Rovazzi, Francesco Facchinetti e Mercedes Henger-¸di dividerli in due squadre, e di sfidarli a duelli simpatici, innocenti, a volte un po’ idioti. C’è il gioco dei mimi sui titoli delle canzoni con l’attore Giulio Berruti e Facchinetti che per mimare “A far l’amore comincia tu” della Carrà si è prodotto in un elegante movimento pelvico all’Alvaro Vitali. C’è il gioco della canzone in playback con la Follesa meglio di Britney Spears, o quello dell’ “Acquapella” dove i concorrenti immergono la testa in un catino e intonano fradici ritornelli sott’acqua. Ah, c’è anche un prete –vero- del Gaslini di Genova che rifà in meglio la hit di Rovazzi. Cose così. Cazzeggio puro, simpatia che sprizza, un bel conduttorino –Alvin- recuperato dagli scantinati della tv. Tutto qui. Bella sorpresa quella del rapper Jake, brutta quella della torpida figlia della Henger. Il programma fa un buon 6,94% di share recuperando il pubblico giovanile. Poi, però, ci sarebbe da discutere sull’opportunità di piazzare un cosa così fragile in prima serata. Ma siccome non vedo intorno rivoluzioni della cultura pop che spaccano i palinsesti, direi che esistono ampi margini di miglioramento…