Complimenti per la trasmissione

Il mistero di Gianni Ippoliti, talento a mezz'asta

Francesco Specchia

Ci sono, in Italia, due rassegne stampa mattutine che trasformano i titoli delle prime pagine in satira  incandescente. Una è quella dell’Edicola di Fiorello, l’altra -meno nota ma altrettanto aguzza- è quella dei settimanali di gossip eviscerati da Gianni Ippoliti a Unomattina in famiglia (Raiuno, ore 9). Ippoliti è una carogna strategica. Tratta il pancione della divetta, le corna del tronista, la profezia della maga, le tette della showgirl sulle spiagge di Formentera con la stessa serietà che userebbe una rassegna stampa parlamentare. Tiberio Timperi e Ingrid Muccitelli rimangono incagliati nel tono mocorde e perculante di Ippoliti, il quale per la lettura inforca i suoi occhialini catarifrangenti -una citazione di Giampiero Mughini- e dà libero sfogo alla sua creatività. La cronaca rosa per Ippoliti non solo è un fuoco fatuo, ma disvela spesso la sostanza del giornalismo italiano che dall’ultrapop sbraca nel trash. Per dire, su Belen, dalla farfallina inguinale a Sanremo all’estenuata attività sentimentale, Gianni ci ha scritto dei trattati intinti nel cianuro degni del miglior Giancarlo Fusco. La sua rubrica fa il 26% di share, dieci punti più di Fabio Fazio. Solo che Ippoliti viene pagato come un usciere e si porta i giornali da casa.  L’uomo è un mistero che non riesco a spiegarmi. È bravo, molto più bravo della media degli anchormen sulla piazza, ma vive ai margini dei salotti tv. Ippoliti, laureato in legge, ex arbitro di calcio, autore e conduttore, è da sempre un indomito mediano dell’ironia televisiva. Secondo me fa parte delle mura stesse della Rai. Io, per dire,  me lo ricordo già a Piccolo Slam con Stefania Rotolo e Sammy Barbot negli anni ’80. O a Dibattito dove s’era inventato  il talk surreale con perfetti sconosciuti tipo il «cantante Luca Laurenti» proprio in quel programma lanciato verso lidi bonolisiani.  O nelle parodie dei grandi libri; o nei programmi sanremesi Perché ha vinto Anna Oxa? e Perché hanno vinto i Pooh?, mandati in onda, ovviamente, prima del Festival.  Ippoliti aveva creato perfino un format inserito nel programma domenicale Girone all'italiana, condotto da Andrea Barbato; format  che somigliava in modo impressionante ai Soliti ignoti, acquistato, in seguito,  esternamente, della Rai. Ippoliti è soprattutto un maestro del nonsense, mitraglia battute surreali talmente raffinate, «alte»,  che forse talora stridono nei contesti che lo ospitano.  Lo ricordo anche in alcune trasmissioni radiofoniche sportive, per le quali  lui vanta di aver offerto prestazioni gratuite.  Una cosa che mi risulta, onestamente, difficile credere. Ma può anche essere: l’uomo è imprevedibile. E anche un po’ rompiballe e tignoso, dicono le malelingue. Eppure è un talento. E molte delle sue idee sono germogliate nei programmi di Chiambretti, di  Rocco Tanica, finanche di Fiorello. Mah...