Complimenti per la trasmissione

Ma Fiorella non m'annoia (nonostante la solita compagnia di giro)

Francesco Specchia

Di Fiorella Mannoia, fascinosa roscia di colore politico e tricologico, si può dire che sia, da sempre, una delle riserve della Repubblica. La «combattente» ha sempre lavorato in fascia alta: non è mai stata sommersa da successi commerciali travolgenti, ma ha prodotto canzoni entrate in punta di piedi nella leggenda (le mie due preferite: Quello che le donne non dicono e Il cielo d’Irlanda). Fiorella sembrava molto da teatro civile, Brecht, Kantor, l’impegno, quelle robe lì. Nessuno azzardava che  fosse anche simpatica. E sono stati la sua spigliatezza  e gli inediti tempi televisivi a caratterizzare il successo (share 21,6% ) di Un, due, tre...Fiorella!, show del sabato sera di Raiuno.Certo che poi, se duetti con Ligabue e Gianni Morandi (Ho messo via e Anna e Marco di Dalla)  o Max Gazzè;  se ti fai portare le lasagne in diretta da Antonella Clerici;  se fomenti le apparizioni oniriche di Fabrizio Frizzi; se accogli al tuo desco Sabrina Ferilli e Luca Barbarossa; se ti fai una chiacchierata al leggio con Marco Giallini nell’ottimo monologo Gola; se fai fare perfino una comparsata introduttiva a Panariello e una finale a Fossati o intervisti la Pellegrini; se, in buona sostanza, inzeppi il tuo show di star anche più famose di te, be’, ovvio che alla fine l’ascolto s’impenni. Qui urge applauso a Ballandi, il genio che ha inventato la formula del  riciclo del varietà. La sua tecnica,  oggi patrimonio comune, ferme restando le stesse scenografie,  è sopraffina: organizzi lo show di Celentano e inviti l’amico Morandi; allestisci quello di Morandi e inviti Massimo Ranieri; metti su quello di Ranieri e inviti Virginia Raffaele; concedi alla  Raffaele il suo palco e lei ti piazza sopra la Mannoia che invita a sua volta Enrico Ruggeri (probabilmente opzionato per il prossimo sabato sera). E via così, in un eterno loop di amici  che fanno, gratuitamente, la loro comparsata che sarà ricambiata in futuro. Qui metteteci anche gli stacchi di un regista dallo strano senso dello spaesamento; ed otterrete il massimo risultato col minimo sforzo. Ciò detto, Un, due, tre.. Fiorella! brilla -nonostante il titolo- per  scrittura di testi. Non è un caso che Maria De Filippi,  quel sabato, si sia defilata...