Complimenti per la trasmissione

"Non disturbare", l'ennesima speleologia sentimentale

Francesco Specchia

Le interviste –diceva Mario Missiroli- sono articoli rubati; se vanno bene è merito dell’intervistatore, se vanno male è colpa dell’intervistato. Le interviste di Paola Perego a Non disturbare (Raiuno, lunedì prime time) appartengono alla categoria delle speleologia sentimentale. Paola introduce l’ospite in una stanza d’albergo tra moquette damascate, divani dannunziani e lettoni alla francese; lo induce quasi in uno stato ipnotico; tenta di sfruculiarlo nell’intimo. A volte le riesce, altre meno. In alcuni casi trova perfino la notizia: Naike Rivelli che scopre, come nei romanzi d’appendice, che suo padre non è il vero padre; o Simona Ventura che ricorda le sofferenze dietro la telecamera come concorrente dell’Isola dei famosi («hanno cercato di uccidermi, gli è scappata un po’ la mano. Ero umiliata da quello che era successo”) o il di lei dramma dell’aborto subito da ragazzina. In altri casi la Perego accarezza la sfera intima dell’interlocutrice portandola a racconti rasenti la commozione; come nel caso di Carolyn Jones (entrambe con turbante) che spiega la sua guerra al tumore. Nel complesso un programma discreto, sia per confezione per understatement rispetto alla caciara trash del famoso format del sabato sulle ragazze dell’est che costò il posto alla stessa Perego. Intramezzano la narrazione i servizi in camera dell’hotel, le connessioni wi fi che consentono a Paoletta di accedere allo smartphone dell’ospite, le chiamate dalla hall. Sono, le suddette interviste, oneste. Ma nulla di particolarmente innovativo. Qui la “novità” starebbe nel mettere sul lettino donne famose. Ma poi ti accorgi che sul Nove Francesca Fagnani fa un programma uguale (Belve, tra l’altro ospite la stessa Ventura); che anni fa Monica Setta usava lo stesso registro su Agon Channel  (Quello che le donne non dicono) e La7; che, prima ancora, Catherine Spaak virava ad un algido femminismo su Raitre con Harem intervistando donne –molto spesso snob almeno quanto lei- in una tenda a su comodi divani. Nulla si crea, nulla si distrugge, in tv. Poi, certo, c’è il solito discorso. Si tratta di vedere quanto questo one to one fra femminile possa servire –e costare- al servizio pubblico…