Cerca
Logo
Cerca
+

Toto Cutugno e Alano, le incredibili spie di Putin

Cosa succede se Albano e Cutugno vengono esiliati dall'Ucraina

Francesco Specchia
Francesco Specchia

Francesco Specchia, fiorentino di nascita, veronese d'adozione, ha una laurea in legge, una specializzazione in comunicazioni di massa e una antropologia criminale (ma non gli sono servite a nulla); a Libero si occupa prevalentemente di politica, tv e mass media. Si vanta di aver lavorato, tra gli altri, per Indro Montanelli alla Voce e per Albino Longhi all'Arena di Verona. Collabora con il TgCom e Radio Monte Carlo, ha scritto e condotto programmi televisivi, tra cui i talk show politici "Iceberg", "Alias" con Franco Debenedetti e "Versus", primo esperimento di talk show interattivo con i social network. Vive una perenne e macerante schizofrenia: ha lavorato per la satira e scritto vari saggi tra cui "Diario inedito del Grande Fratello" (Gremese) e "Gli Inaffondabili" (Marsilio), "Giulio Andreotti-Parola di Giulio" (Aliberti), ed è direttore della collana Mediamursia. Tifa Fiorentina, e non è mai riuscito ad entrare in una lobby, che fosse una...

Vai al blog
Coppia di Foto: Coppia di "spie russe"
  • a
  • a
  • a

I prossimi, probabilmente, saranno i Ricchi e poveri, la Carrà e Memo Remigi; e sarà una purga stalinana di vecchi stalinisti che inciderà profondamente nella carne della Grande Madre Russia. Forse.  Però, intanto, l'inserimento di Salvatore Cutugno in arte Toto, classe ‘43 -dopo Albano- nella lista nera del capo dei servizi di sicurezza (Sbu) Vasily Gritsak dell'Ucraina, comporta non solo l'esilio cutugnesco da Kiev .- e qui, ce ne faremo una ragione-, ma pure un problema d'ansia. Più un problema d'ansia che geopolitico, in effetti. Già, in questi giorni, i fragili nervi di Toto era stati messi abbondantemente alla prova dagli scazzi sul televoto di Annalisa Minetti e con Rettore a Ora o mai più. Il fatto che adesso uno stato sovrano lo ritenga un “agente di appoggio della guerra della Russia in Ucraina”, ossia una spia, trattandolo alla stregua di un dissidente politico con ambizioni di 007 qualsiasi; be', certo, tutto questo non gli fa crescere l'autostima. Specie perché allo stato dei fatti, con il governo che lo considera una simpatica emanazione del vecchio Kgb, bè a Toto salterebbe il concerto del 23 marzo prossimo, sold out a Kiev; e la cosa sarebbe economicamente seccante.  Cutugno, per uno dei parlamentari che hanno avanzato la richiesta d'esilio, tale Viktor Romanyuk, è considerato di posizioni filogovernative russe, ed è un temibile “Amico di Putin”. E un po', diciamolo, è vero.  Iscriversi all'associazione “Amici di Putin” a Mosca non come prendere la tessera degli amici di Topolino. E, soprattutto, osserviamo che non aiuta pronunciarsi polemicamente pro -Russia sull'argomento dell'annessione della Crimea di cui suppongo Toto non abbia la stessa conoscenza storico-geografica di Sanremo o della provincia di Massa Carrara (da cui lo stesso artista proviene). Certo, sulla Crimea, storicamente ci sono scivolati principe e zar, figuriamoci Toto Cutugno. E, di primo acchito, verrebbe da dire: lasciatelo cantare con la chitarra in mano, tanto per citare il poeta. Ma, onestamente, caro Toto, se giri il mondo -compreso il Festival dei fiori- a cantare L'italiano con grande Coro dell'Armata Rossa che tu tratti come il Piccolo Coro dell'Antoniano; be', un po' te la sei andata a cercare. Idem per Albano Carrisi. Il quale, pare, nei dopo i suoi concerti nelle piazze rosse, si conceda alle cene eleganti con educatissimi e potentissimi fan prelevati direttamente dallo stato maggiore dei servizi segreti moscoviti, Vladimir compreso. Naturalmente, tornando a Cutugno, questo non giustifica l'accanimento verso un autore che da Solo noi a Le mamme a Figli a Voglio andare a vivere in campagna ha forgiato, a sua insaputa, l'identità di una nazione. Per carità.  Eppoi, a sostegno di Toto, c'è pure l'altra faccia della medaglia. Ad essere ancora primo nei sondaggi per le elezioni presidenziali in Ucraina del 31 marzo è il comico Volodymyr Zelensky.Zelensky, che ha 41 anni, è l'attore di punta di un programma tv satirico, I servi del popolo dove intrepreta la parte, appunto, del presidente ucraino. Pare sia entrato un po' troppo nel ruolo. E' come se Claudio Bisio dopo l'interpretazione di Benvenuto presidente si fosse messo in testa di fare le scarpe a Mattarella. Ma, in uno straordinario guizzo metateatrale, se un comico dovesse davvero prendere il potere in Ucraina, il dramma di Toto si muterebbe in farsa, e ogni gesto politico assumerebbe dimensioni da commedia dell'arte. Non sappiamo bene quali dimensioni. D'altronde da noi non è mai accaduto che i comici andassero al potere, no?...                            

Dai blog