Complimenti per la trasmissione

Le iene e l'inascoltata accusa del banchiere di Dio

Francesco Specchia

Dice il banchiere di Dio, intrappolato in un’inquadratura dal basso, tagliata da sotto un tavolo, roba che non rivela -diciamo- alcuna intelligenza col nemico: “Se lei sa dei nomi e li dice nel modo sbagliato, alla persona sbagliata e questi nomi potrebbero non gradirlo, avere un segreto è un’arma a doppio taglio. Se lei è forte le permette di influenzare gli altri. Se lei è debole o decide di essere debole... lei è morto”.  Incalza il cronista: “Cioè lei mi sta dicendo che chi mette le mani sui nomi schiatta?”. Risposta del banchiere: “Mi sono rifiutato di vedere i nomi per due ragioni. La prima, che prima o poi succederà uno scandalo allo Ior, tu verresti immediatamente interrogato. Ti dicono lei ha guardato i conti? Tu dici: sì che l’ho guardati. Allora ci dica di chi sono i conti. Oppure tu dici non li ho guardati, hai mentito perché li hai guardati, in tutti e due i casi tu sei morto. se tu hai visto i conti…”. Il suddetto è lo spiazzante colloquio avvenuto tra Ettore Gotti Tedeschi presidente dello Ior tra il 2009 e 2012 e il cronista Antonino Monteleone, una delle Iene più fameliche di verità, davanti alle telecamere del programma di Italiauno (lunedì, prime time). Le Iene sono giustamente ossessionate dalla morte di David Rossi, il capo comunicazione di banca Monte dei Paschi di Siena precipitato il 6 marzo 2013 dalla finestra del suo ufficio a Siena. Lo stesso Monteleone è convinto che Rossi non si sia schiantato sul selciato da solo, ma che l’abbiano ammazzato. E le sue martellanti, direi quasi estenuanti, inchieste hanno acceso un faro della magistratura su un caso che pareva sepolto – in tutta fretta- tra le pieghe del grande crac bancario. Sempre partendo da Mps Monteleone ha quindi interrogato l’ex capo assoluto della banca del Papa. E Gotti ha fatto balenare che dietro il sacro giro d’affari del Vaticano vi sia un giro di denaro sporco e tangenti; e ha detto che chi individua il giro del fumo dei conti correnti (“i cui numeri possono cambiare in due minuti”) muore; e che, alla fine, il Gotti si è trovato, da solo in una Gomorra inimmaginabile di ladri e assassini. “Dove c’è molto bene, c’è molto male”, ripeteva. Alché mi è subentrato l’effetto-Report. Mi aspettavo, il giorno dopo Gotti, l’apertura di un’inchiesta, l’incazzatura del Papa. Invece, solo qualche agenzia e qualche sopracciglio inarcato. Mah…