Complimenti per la trasmissione

Il caso Rubio e Raidue, in tv è vietato esagerare

Francesco Specchia

Continuo a pensare che, televisivamente, Gabriele Rubini in arte Chez Rubio sia il Thomas Milian del docureality d’Italia, er Monnezza dei palinsesti più profondi. Rubio possiede autoironia, tempi televisivi e tatuaggi in quantità industriali; e sin dai tempi di Unti e bisunti fino a Camionisti in trattoria (i migliori programmi sul cibo di strada e cibo tout court) è stato la vera novità di una tv riempita di cuochi e fornelli all'imbarazzo. Poi ha dilatato a dismisura il suo personaggio pop da vigoroso fijo de 'na mignotta, e si è messo alla prova in campi inimmaginabili. E il problema, ora è proprio questo. Finché duelli con Costantino Della Gherardesca la cosa conserva un suo fascino. Ma nessuno avrebbe, appunto, immaginato che in Rubio, le opinioni politiche su sicurezza interna, immigrazione, antisalvinismo e antisionismo avrebbero prevalso sul personaggio da video. Non è un caso che la sua ospitata a #RagazziContro (Raidue, mercoledì, seconda serata, dove si parlava di haters e cyberbullismo) sia saltata all’ultimo momento, o che il suo feroce e silente fantasma sia stato evocato nella diatriba a voli di stracci tra Lilli Gruber e Giorgia Meloni a Otto e mezzo. Perché Rubio, sfruttando la sua popolarità, via social esprime il suo dissenso da uomo di sinistrissima contro i fascisti sdoganati in tv, contro gli ebrei israeliani, contro la polizia, Selvaggia Lucarelli, Belen e Salvini in generale. E la sua è una posizione legittima, a volte non condivisibile, a volte no. Ma il problema è il linguaggio con cui la suddetta posizione viene espressa. Definire gli israeliani “esseri abominevoli, cancro dell’umanità” non è, semioticamente, un atto che può passare inosservato. E se compi quell’atto ti devi aspettare che la Raidue diffonda una nota in cui fa sapere che ti cancella "per questioni di opportunità";  e, certo appare inutile che l’amico Carlo Freccero si giustifichi dicendo che Rubio poteva “in qualche modo vampirizzare il programma”. Come scrive Simone Cosimi su Wired “il cuoco sembra volersi opporre al linguaggio dell’odio con altro linguaggio dell’odio”. E questa è una cosa che il servizio pubblico deve aborrire in automatico. Rubio ha, strategicamente, fatto una puttanata, ed è fuori da viale Mazzini. E da Discovery. Anche se nulla toglie al talento dell’artista, la politica è un’arma a doppio taglio…