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Spot anti-Romney è una bufalaObama presidente Pinocchio

Racconta la storia drammatica di una coppia che ha perso lavoro e assicurazione sanitaria. Ma le date non tornano

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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La campagna elettorale è fatta talvolta anche di colpi sotto la cintura, ma l'ultimo spot televisivo del Super PAC Priorities USA, che sostiene Obama sparlando di Romney, ha oltrepassato il segno della decenza. Ed ora l'ufficio stampa del presidente deve attaccarsi sugli specchi, mentire, correggersi, e sperare soprattutto che si parli d'altro. Ma in una partita gli autogol di una squadra sono la manna per l'altra, e quindi la reazione dei sostenitori di Romney è stata immediata, correndo via Internet, su Fox News e in articoli sulla (pur minoritaria) stampa critica verso Obama, per esempio il New York Post. Dunque, il messaggio consiste in una testimonianza diretta, fornita da Joe Soptic, un anziano signore che con la faccia sofferente racconta della morte per cancro della moglie attribuendola a Mitt Romney. “Quando Mitt Romney e la Bain chiusero lo stabilimento (GST Steel in Kansas City, Missouri NDR) io persi l'assicurazione contro le malattie. E dopo un breve tempo da questo fatto, mia moglie si ammalò…e se ne andò in 22 giorni. E' sconvolgente ciò che Mitt Romney e i suoi partners fecero contro di noi”.  Ecco, a sbugiardare Joe e il team pro Obama, la tempistica della intera vicenda. La Bain Capital di cui Mitt Romney era partner e poi Ceo acquistò lo stabilimento GST nel 1993. Nel 1999, Romney lasciò la Bain per andare a fare il commissario straordinario della gestione delle Olimpiadi Invernali di Salt Lake City (un successo manageriale riconosciuto da tutti, peraltro, ma questa è un'altra storia). La Bain, nel 2001, due anni dopo l'uscita di Romney, chiuse lo stabilimento. Joe Soptic, come tutti i dipendenti della GST, perse il lavoro, ma sua moglie Renae mantenne la propria assicurazione sanitaria grazie al suo impiego presso Savers Thrift Store. Nel 2002, dopo un incidente, la signora dovette abbandonare il suo posto di lavoro e perse la sua assicurazione. Nel 2006, e a questo punto sono passati 7 anni dall'addio di Romney alla Bain, e 5 dalla chiusura della GST, alla povera Renae fu diagnosticato il cancro. Morì tre settimane dopo.  Di tutta questa fondamentale sequenza di notizie non c'è traccia nello spot pro Obama. Ed è ovvio, perché dire la banale verità dei fatti avrebbe rivelato le accuse per quello che sono, una menzogna totale. Quando sono emersi i fatti, la campagna di Obama ha pensato di cavarsela dicendo che lo spot era stato prodotto da una entità di cui non è responsabile il presidente. “Non abbiamo nessun coinvolgimento con alcuno spot di Priority Usa. Non abbiamo nessuna conoscenza della storia della famiglia”, aveva detto mercoledì il portavoce Jen Psaki, mentre viaggiava su Air Force One con i giornalisti e lo stesso Barack. Ma è una bugia pure questa. Il 14 maggio, durante una conference call ospitata dalla campagna di Barack a sostegno della riforma ObamaCare, Joe Soptic, sempre lui, aveva raccontato:  “Dopo che perdemmo i nostri lavori, scoprimmo che avremmo perso la nostra assicurazione… Io fui fortunato a trovare un altro lavoro come custode in una scuola. Mi diedero una copertura sanitaria, ma non potevo permettermi di comprarne una per mia moglie… Poco dopo le fu diagnosticato il tumore ai polmoni e io fui costretto a metterla in un ospedale della Contea perché non aveva l'assicurazione. Quando il cancro se la portò via, mi arrivò un conto enorme da pagare… Tutto ciò non sarebbe probabilmente avvenuto, se la Bain avesse mantenuto le sue promesse e se io avessi avuto la mia assicurazione..”. Obama sapeva dunque della favola fin da allora, ma i suoi fans l'hanno poi usata con spudoratezza per colpire Mitt. Ora però la bufala è diventata un'imbarazzante autorete, mostrando che l'attacco più sanguinoso contro Romney non ha retto alla prova-verità. di Glauco Maggi

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