Cerca
Logo
Cerca
+

L'uomo che può mettere in crisi il bipolarismo Usa

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

Vai al blog
  • a
  • a
  • a

Il paradosso della campagna presidenziale USA è che le minoranze militanti che partecipano alle primarie per i due partiti stanno spingendo verso la nomination i portabandiera piu' estremisti, a destra e a sinistra, mentre la maggioranza silenziosa del paese e' costituita da indipendenti, centristi e moderati. Su questa considerazione Mike Bloomberg sta valutando se scendere in campo, ed e' assai probabile che lo faccia se in Sud Carolina (20 febbraio), in Nevada (23 febbraio) e negli 11 Stati (Minnesota, Alaska, Tennessee, Oklahoma, Georgia, Arkansas, Alabama, Texas, Virginia, Vermont e Massachusetts) del Supermartedi' (1 marzo) Trump (o Cruz) e Sanders vanno in fuga, premiati da un pubblico di votanti radicali anti-establishment. L'ex sindaco di New York ha ben presente lo spaccato ideologico-partitico del paese. Gli exit polls delle elezioni presidenziali mostrano costantemente che il 40% di votanti dicono di essere moderati (mentre il 30% si autodefinisce conservatore e poco piu' del 20% liberal). E l'ultimo sondaggio Gallup ha rilevato che una percentuale record del 43% afferma di essere indipendente, contro il 30% che si identifica Democratico e il 26% Repubblicano. I due partiti tradizionali non sembrano quindi coprire la “domanda politica” nella sua interezza, e quel che appare ancor piu' invitante per Bloomberg sono i seguenti dati dell'orientamento maggioritario degli americani, che appare in sintonia con cio' che pensa il miliardario newyorkese su alcune questioni “calde”: secondo i recenti sondaggi del bipartisan PollingReport.com ( i dati sono riportati da Morton Kondracke sul Wall Street Journal), il 57% vuole una piu' stretta legislazione di controllo sulle armi; il 69% chiede che il governo faccia di piu' per il cambio di clima; il 57% pensa che l'aborto debba essere legale (ma un 48% vuole vietarlo dopo le 20 settimane). Inoltre, il 58% favorisce l'idea che agli immigrati illegali sia concessa una chance di diventare cittadini (contro il 26% che vorrebbe deportarli), ma una maggioranza del 51% e' contraria ad accettare i rifugiati siriani. Gli americani vogliono un presidente duro nel combattere il terrorismo, insomma, ma il 60% si oppone alla richiesta di Trump di impedire a tutti i musulmani (non americani) di entrare negli Usa. Bloomberg, seguace della filosofia Law & Order sulla sicurezza, con le sue posizioni su tutti questi problemi e' in effetti allineato con le idee della maggioranza nei sondaggi. La sua, pero', non sarebbe una passeggiata verso la Casa Bianca. Anzi, Kondracke (oggi commentatore, famoso per aver diretto per anni Roll Call, giornale bipartisan di politica di Washington) esclude che Mike ce la possa fare a vincere quest'anno: sarebbe gia' in ritardo nel lanciare l'organizzazione nei 50 Stati, non e' una figura carismatica, non e' ben conosciuto fuori New York e non ha un sostegno a livello nazionale. La sua idea-suggerimento e' un'altra: visto che esiste un “vuoto politico” al centro, perche' Bloomberg non pensa piu' in grande, strategicamente, e fonda un proprio Terzo Partito Centrista? Se e' vero che intende finanziare con un miliardo la sua campagna, se decidesse per il si', non sarebbe meglio che creasse un serio e autorevole nuovo soggetto politico con un programma ad hoc? In realta' esistono alcuni gruppetti contrari alla polarizzazione – Third Way, No Labels, Centrist Party, Centrist Project - ma sono solo pensatoi. Senza fondi, senza seguito, senza influenza, e di fatto sconosciuti e fuori dall'arena politica. Bloomberg (ottavo piu' ricco d'America con 36,8 miliardi, secondo Forbes) avrebbe i mezzi per entrare nella storia USA mettendo in crisi il bipartitismo, finora il cardine della democrazia americana dell'alternanza, invece di tentare di fare il terzo incomodo una tantum. Glauco Maggi

Dai blog