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Che compassione, il New York Times: donne maltrattate da Trump? Un clamoroso autogol

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Non avrei mai creduto di provare sincera compassione – sul piano professionale - per un giornalista del New York Times. Mi è capitato oggi, per due di loro in una volta sola. Sono Michael Barbaro e Megan Twohey, che hanno cofirmato il pezzone di copertina “Crossing the Line: Trump's Private Conduct With Women” (“Oltrepassare il limite: la condotta privata di Trump con le donne”). Mi vedo i due colleghi che, dopo sei settimane di scarpinate in tutto il paese, si presentano dal direttore che aveva assegnato loro il compito di una vita: affondare il candidato del GOP. Pescate il jolly di qualche suo stupro, di qualche denuncia per atti sconvenienti, di qualche violenza fisica, o almeno verbale, contro le donne. E se non trovate la pistola fumante, almeno scovate tutto il marcio possibile e immaginabile del suo carattere, dei suoi comportamenti. Andate indietro fin quando andava a scuola, scavate tra gli amici e le amiche per portare alla luce gli episodi più odiosi e scabrosi che mostrino quanto sia bullo, disgustoso, misogino, sessista. Per il bene della Hillary, non tornate a mani vuote! Chi ha letto il New York Times in originale, o anche le paginate uscite sui siti e sui giornali italiani con la traduzione dell'articolone con le 50 citazioni delle persone contattate da Michael e Megan sa come è andata a finire. Donald ne esce come un gentleman, che ovviamente apprezza le donne belle, ma non ha mai abusato di una che è una. Niente scappatelle, niente tradimenti. Niente di paragonabile a un J.F. Kennedy o un Bill Clinton, per capirsi. Trump, negli armadi dorati della Trump Tower, non ha scheletri, ma neppure aneddoti seriamente censurabili per di chi vive in questo mondo, frequenta la realtà, ed è intellettualmente onesto. Nel suo mitico “resort” Mar-a-Lago di Palm Beach l'episodio che lo dovrebbe imbarazzare di più, visto che è stato messo in apertura del pezzo ed è quindi il “pezzo forte”, è il seguente: durante un'edizione passata di Miss America, concorso che Trump organizza e gestisce da anni come imprenditore del mondo dello spettacolo, Donald aveva invitato una delle 50 ragazze in gara, Rowanne Brewer Lane, a cambiarsi d'abito per andare in piscina. Siccome la 26enne modella non aveva un costume con se', Trump (44 anni al tempo e nel mezzo delle pratiche del primo divorzio) l'ha portata in una stanza, ha aperto dei cassetti con dei costumi e le ha detto “scegline uno e mettilo”. “Andai in bagno e ne provai uno, era un bikini. Quando venni fuori lui disse ‘wow'. Poi mi ha portato alla piscina e ha detto (ai presenti) “Questa è una sbalorditiva ragazza di Trump, non vi pare?”. Il raccontato è della ragazza stessa. (Per la cronaca, Rowanne è stata poi insieme a Trump per molti mesi tra il 1990 e il 1991.). Il resto delle “rilevazioni” è ancor più risibile. Per esempio il ricordo di quella volta in cui suo padre Fred, al ristorante, voleva che anche Ivana, la prima moglie di Donald, ordinasse una bistecca, come tutti gli altri della famiglia. Ma lei voleva il pesce, e lo ha avuto. Poi c'è il “caso”di quando Donald voleva assumere per un ruolo dirigente, il direttore delle costruzioni della Trump Organization, una donna. Il padre Fred gli disse di non farlo, ma Trump non gli diede retta, e la assunse. Che effetto avranno questi aneddoti tra il comico e l'irrilevante, sparati con tanto risalto, sull'immagine di Trump? Il più evidente è che per il pubblico, e anche per la campagna di Hillary purtroppo per lei, l'accusa di sessismo e misoginia è a questo punto spuntata, ridicolizzata. Se in una carriera di quasi 70 anni da imprenditore, da organizzatore di concorsi di bellezza, da costruttore e gestore di Casinò, da marito di tre mogli, quello che il NYT ha saputo portare alla luce è tutto qui, Trump è in una botte di ferro, almeno per quanto riguarda il suo passato con le donne. Quello del NYT, insomma, e' un autogol. La immediata reazione dello stesso Donald, a colpi di tweet, è illuminante. Ecco i primi tre suoi messaggi dopo l'uscita dell'articolo. “ Il fallimentare NYT ha scritto ancora un altro articolo di attacco contro di me. Tutti sono rimasti impressionati per come ho trattato bene le donne. Non hanno trovato niente. E' una barzelletta!”. “Ognuno sta ridendo dietro al NYT per il loffio attacco che hanno fatto su di me e le donne. Ho dato al NYT un sacco di nomi di donne che ho aiutato e hanno rifiutato di usarle” “Perché' il fallimentare NYT non scrive la storia vera sui Clinton e le donne? Il media è TOTALMENTE disonesto!” di Glauco Maggi

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