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Trump non decolla, ma Hillary è a piccoGuerra di sondaggi a due mesi dal voto

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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L'impatto della sortita di Trump in Messico sara' rilevato nei sondaggi dei prossimi giorni, quando la gente avra' digerito la buona figura, presidenziale, fatta dal candidato del GOP al fianco di un leader internazionale in carica, Enrique Pena Nieto. Non era una sfida facile andare nella tana del lupo, cioe' nel Messico maltrattato per un anno dalla retorica trumpiana rovente contro l'immigrazione irregolare, e uscirne con una conferenza stampa congiunta dei due leader, e con lo scoppio di un'inedita amicizia personale che Donald ha confermato anche nel discorso di qualche ora dopo in Arizona, dove giocava “in casa” ad un rally di aficionados repubblicani sullo stesso tema dell'immigrazione. Vedremo se l'impressione favorevole che ha lasciato, da statista in divenire, abbassera' il rating negativo che ancora pesa sulla sua reputazione, con il 60% degli americani che lo valutava ancora negativamente nei sondaggi di qualche giorno fa. La sua “consolazione” e' che l'avversaria Hillary, sempre piu' nella melma delle bugie che escono dalle email e dello scandalo della Clinton Foundation che le e' costato persino un commento sprezzante e ultimativo del New York Times (“I Clinton devono uscire del tutto, e subito, dalla Fondazione”), lo ha raggiunto con il 59% di rating negativo, da 52% che era un mese fa. Intanto, comunque, il trend delle ultime settimane ha aperto qualche spiraglio alle speranze del GOP. L'ultimo sondaggio Rasmussen vede Trump davanti a Hillary per 40 a 39, che e' sempre all'interno del margine di errore statistico ma segnala parita', mentre nello stesso sondaggio Rasmussen di una settimana fa la Clinton sembrava al sicuro, distanziando Trump di 4 punti, 42 a 38. Poi c'e' la conferma del sondaggio quotidiano Los Angeles Times –USC, che usando una metodologia diversa da quella comune alle altre societa' di ricerca gia' da qualche giorno segnala il vantaggio del repubblicano, oggi a 45,1 contro 42,3 per Hillary, laddove 15 giorni fa le parti erano invertite: Clinton 45,5 e Trump 42,1. La tendenza anti-Hillary e' emersa anche dal sondaggio di ieri della Fox News, che vede la DEM a 41 e il candidato del GOP a 39 (due punti di distacco, dentro il margine di errore), che significa pero' una perdita, per Hillary, di 8 punti da un mese fa, quando era a 49 contro 39. Da notare che questi risultati di FOX News tengono conto anche della presenza dei due altri candidati, Gary Johnson il “libertario” e Jill Stein la “verde”, che raccolgono rispettivamente il 9 e il 4 per cento. Il loro inserimento nei sondaggi rispecchia la realta' delle urne poiche' i loro nomi saranno sulle schede in molti stati l'8 novembre. I tre dibattiti televisivi in programma da meta' settembre provvederanno a definire ancora meglio le chance dei due sfidanti, ma ad oggi, pur considerando i suoi recentissimi progressi registrati sopra, e' ancora Hillary la favorita. La media di tutti i sondaggi d'agosto la pone prima con il 46,6% contro il 42% di Trump, e il vantaggio e' ancora maggiore se si considerano solo la decina di Stati swing, ballerini, che tradizionalmente sono quelli che danno la presidenza. E' vero che in quegli Stati la campagna DEM ha speso finora in spot televisivi contro Trump 40 volte tanto quello che ha investito il GOP, ma anche se i repubblicani pianificano imminenti forti investimenti pubblicitari e' piuttosto complicato recuperare quando il pubblico si e' formato un'opinione. di Glauco Maggi

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