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Clinton-Trump, c'è una sola cosa certa:la politica americana cambiata per sempre

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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I due nominati, Trump e la Clinton, non sono i rappresentanti tradizionali dei due partiti che hanno fatto la storia politica americana degli ultimi decenni. Per Hillary, la sua vittoria contro il socialista Bernie Sanders l'ha portata all'estrema sinistra, piu' in la' dello stesso Obama che aveva avviato la trasformazione di un partito dalla doppia anima, moderata e kennediana pro-business da un lato, liberal e welfarista pro-stato dall'altra, in una formazione simil-socialdemocratica. Oggi i DEM sono diventati una coalizione di interessi particolari –i gruppi etnici e razziali delle minoranze ispanica e nera, con l'appendice di Black Lives Matter; i sindacati delle scuole e i dei dipendenti pubblici; le femministe politicizzate e i gruppi di attivisti climatici, animalisti, pro-aborto, pro gay; i guardiani della correttezza politica nell'accademia, nello sport, nello spettacolo – su cui Hillary punta tutto, sperando di ripetere le vittorie di Barack. Orfana, pero', dell'entusiasmo per il primo presidente nero che non si e' mai tradotto nell'orgoglio di un paese verso la prima presidente donna. Nemmeno nelle universita', sedotte da Bernie, la Clinton ha risvegliato la passione delle studentesse nei suoi confronti, e deve oggi fare affidamento solo sulle negativita' di Trump per fare breccia. Anzi, deve sperare nella peggiore ipocrisia delle donne, e degli uomini, che aprono e chiudono gli occhi a comando. Quelli che si scandalizzano perche' Trump ha chiamato cicciona (piggy, maialina) una sua Miss Mondo che era davvero cicciona, e perche' ha fatto lo spaccone volgare da bar raccontando a un amico un assalto sessuale a una donna sposata, che lo ha respinto ed e' finita li'. Invece, quegli stessi non sono mossi a compassione dalle testimonianze delle tante donne vittime, reali, degli assalti del marito Bill, da quando era Attorney General in Arkansas fino alla Stanza Ovale. I sondaggi dicono che Hillary con la sua coalizione sta vincendo, ben protetta dall'apparato di partito, dai deputati e senatori DEM, dagli obamiani ai sandersiani ai clintoniani. I democratici sanno essere cinici nel perseguire la vittoria elettorale, perche' lucidamente vedono l'importanza di afferrare il potere centrale, che puo' poi garantire dividendi tangibili per i militanti. L'unica incertezza sta nel vedere se dietro questa macchina pragmatica senza anima, simboleggiata da un elettorato interessato solo a turarsi il naso per vincere, ci sara' anche quel popolo senza nome, idealistico, che aveva portato alla Casa Bianca JFK e Obama, ma anche Reagan ( i cosiddetti Reagan Democrat). I DEM, insomma, rischiano la sorpresa della defezione dei “nessuno”, dei “deplorevoli”, come li chiama Hillary. Il GOP ha un altro cruccio. Trump lo ha strapazzato, travolto. Ne ha riscritto la vecchia linea ortodossa, conservatrice, sui patti di commercio, sul rigore fiscale, sulla Social Security, sulla paga oraria minima, ma anche sui gay e sulle guerre in Medio Oriente. Il terremoto ha lasciato il segno. Molti dirigenti, parlamentari, numi del passato, si sono ribellati apertamente, fino al boicottaggio esplicito. Da capire e' quanto rappresenti, a livello popolare, questa parte del GOP che e' salita sull'Aventino, chi per sincere divergenze ideologiche chi per legittimo calcolo elettorale (i deputati e senatori in cerca di rielezione che credono utile non farsi definire trumpiani). All'opposto dei DEM di Clinton, imbalsamati nello status quo della peggiore fatta, il GOP trumpiano e' una bandiera ad immagine del nuovo. Ignoto, sconosciuto, tutto da scoprire come partito politico organizzato, ma capace di generare un entusiasmo sfrenato, anti-sistema, populistico. In questo teatro di attori trasformati, gli stessi dibattiti in Tv sono diventati altro. Chi e' onesto ha visto che i “moderatori” non sono stati arbitri, ma giocatori di parte. Ma l'audience e' stata da record, come da record sono stati i 13 milioni di elettori delle primarie che hanno fatto conquistare a Trump un'affermazione impensabile. Le sorprese non sono finite, dunque, perche' Hillary la sinistra e Donald l'imprevedibile hanno scombussolato le anime dei due partiti ed e' impossibile valutare la profondita' del sisma politico del 2016. di Glauco Maggi

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