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L'Onu è un'organizzazione anti-americanaEcco perchè Trump chiuderà i rubinetti

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Le Nazioni Unite non si smentiscono mai. Avra' un bel daffare Nikki Haley a riformare la “chiesa del multiculturalismo”, come ha promesso quando e' diventata ambasciatrice degli Stati Uniti e ha assunto la presidenza (per rotazione) del Consiglio di Sicurezza. Se all'ONU esagerano nei misfatti, pero', anziche' la “riforma” auspicata dal presidente americano qualche giorno fa (quando ha detto, al pranzo dei 15 rappresentanti dei paesi nel Consiglio di Sicurezza, che “le Nazioni Unite hanno un grande potenziale”) arrivera' la mannaia del taglio finanziario. L'America contribuisce per quasi un quarto a tutte le spese per il carrozzone globale, ed effettivamente e' difficile pensare che Trump voglia sprecare a lungo i soldi dei contribuenti USA se non si inverte l'andazzo. Lasciamo perdere i veti di Cina e Russia, che proteggono da decenni Iran, Siria e Corea del Nord da punizioni piu' severe di qualche sanzione economica. Questa e' la politica internazionale della gestione delle crisi, e le nazioni democratiche fanno quello che possono. Ok. Poi ci sono pero' le decisioni non obbligate, frutto del perverso e diffuso anti-americanismo e anti-semitismo. E se le “censure” votate dall'assemblea contro Israele, nel noto contesto di tifo pro-palestinesi senza alcun accenno critico all'anima esplicitamente filoterroristica di Hamas-Al Fatah, sono da anni una ricorrenza abituale di rito, come il Ramadan, e' la creativita' senza fondo che produce provocazioni sempre nuove a disgustare. Prendiamo i due “misfatti” piu' recenti, come li abbiamo definiti in apertura, e ditemi voi per quanto tempo ancora Donald stacchera' gli assegni dello zio Tom per foraggiare la burocrazia ONU. Vergogna numero 1. L'Ufficio dell'Alto Commissariato sui Diritti Umani ha steso un documento in cui mette in guardia Trump: “La cancellazione della Obamacare mette gli Stati Uniti in dissidio con le sue obbligazioni internazionali”. Nelle cinque pagine vergate dall'Ufficio, che ha sede a Ginevra, c'e' “l'appello urgente” a Trump a non procedere oltre nel tentativo della cancellazione di Obamacare perche' cio' violerebbe “il diritto alla sicurezza sociale del popolo degli Stati Uniti”. Lo so. Non ci sono parole. Eppure e' cosi': un organismo internazionale NON ELETTO ha speso i soldi delle tasse dei cittadini di tutto il mondo per dettare al Congresso americano e al Presidente, ELETTI dal proprio popolo, come organizzare il sistema della salute nel loro paese. Vergogna numero 2. Esiste, ci mancherebbe, una Commissione dell'ONU sulla Condizione della Donna. La sua missione e' “promuovere l'uguaglianza di genere e rafforzare il potere delle donne sulla Terra”. Tre giorni fa sono stati eletti i 13 paesi membri, a scrutinio segreto, che faranno parte della Commissione per i prossimi 4 anni. Con 47 voti (di cui 5 di paesi UE e 15 tra i paesi catalogati come democratici, secondo voci non ufficiali) e' stata selezionata anche l'Arabia Saudita. La nazione araba aveva gia' fatto scandalo tempo fa quando era entrata nel Consiglio dei Diritti Umani in generale, ma oggi al Palazzo di Vetro hanno passato il segno consentendo a un regime che, oltre a tutto il resto, impedisce alle donne di guidare l'auto, di sedere nella Commissione chiamata a incoraggiare le nazioni a tutelare i diritti del sesso debole. “Eleggere l'Arabia saudita a proteggere i diritti delle donne e' come fare un piromane capo del dipartinento dei vigili del fuoco. E' assurdo”, ha commentato Hillel Neuer, direttore esecutivo dell'organismo UN Watch, ente indipendente di attivisti che monitora l'attivita' dell'ONU. Nel 2014, Obama non aveva neppure preteso che ci fosse un voto segreto per far entrare l'Iran nel Consiglio dei Diritti Umani, e quindi il governo di Teheran fu ammesso per acclamazione generale, una delle tante pagine nere dell'ipocrisia diplomatica. Trump, attraverso la Haley, ha almeno imposto il voto segreto sulla ammissione dell'Arabia Saudita. Cosi' il paese del petrolio , che e' al 141esimo posto su 144 paesi censiti dal World Economic Forum nel suo annuale Rapporto Generale sulla Parita' di Genere, e' almeno arrivato ultimo tra quelli eletti. Ma contro l'assurdita' di queste aberrazioni la reazione piu' seria sarebbe la chiusura del rubinetto dei dollari, come fece nel 1983 Ronald Reagan che cancello' l'iscrizione – e il finanziamento - dell'America all'Unesco. L'organismo ONU dell'educazione era allora dominato dall'Unione Sovietica e dai suoi satelliti e Reagan, che voleva vincere la Guerra Fredda, non voleva foraggiare il nemico. di Glauco Maggi

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