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Curatevi il tic della critica a Trump: sulla Nato Donald ha ragione da vendere

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Ci dovrebbe essere un minimo di decenza nel coprire cio' che Trump fa e dice da parte dei suoi detrattori, ma proprio non c'e'. E' vero che lo stesso Trump ha fatto e fa di tutto, a volte, per farsi del male, con i tweet e altre sparate, da quando e' sceso in campo a dopo aver vinto le elezioni. Ed e' sacrosanto il diritto di cronisti e commentatori di riferire i fatti scabrosi e inchiodare il presidente quando e' il caso. E' quando, in tutta evidenza, che il caso proprio non c'e', che i media liberal e i DEM e la sinistra europea, ormai tutt'uno, mostrano che la loro faziosita' e' totale, diuturna, senza eccezioni e ritegno. Dimostrano che sono in guerra contro Trump, a prescindere. L'ultima clamorosa occasione in cui la militanza anti-Donald della sinistra ha fatto strame della decenza e' come i giornali hanno trattato il discorso del presidente USA alla sede centrale della Nato di Bruxelles. Alla cerimonia dell'inaugurazione del Memorial dell'Articolo 5 e del Muro di Berlino Trump ha detto: “Questa cerimonia e' un giorno per il ricordo e la determinazione. Ricordiamo e piangiamo le quasi 3000 vittime innocenti che sono state brutalmente uccise dai terroristi l'11 settembre 2001. I nostri alleati della Nato risposero prontamente e decisamente invocando per la prima volta nella storia gli impegni per la difesa collettiva”.  L'articolo 5 impone a tutti i paesi firmatari del Patto Atlantico di intervenire militarmente a sostegno di un paese quando e' attaccato. Ma Trump non ha ripetuto esplicitamente, celebrando il monumento all'articolo 5,  che quello stesso articolo 5 impegna oggi l'America ad intervenire nel caso un paese esterno alla Nato attacchi un paese dell'alleanza, e cio' ha fatto montare uno “scandalo” contro la Casa Bianca. L'accusa implicita, nel contesto ossessivo dei critici che coltivano deliri di impeachment per la “russian connection' della campagna di Trump, e' che se Putin invadesse la Polonia l'America non farebbe nulla in risposta. Ma Trump, nello stesso discorso di Bruxelles, ha detto anche che “la Nato del futuro deve avere anche un grande focus sul terrorismo e sull'immigrazione, cosi' come sulle minacce dalla Russia e sui confini meridionali e orientali della Nato”. Quindi il presidente USA non solo vede “un futuro della Nato”, ma lo vede piu' largo e al passo con i tempi. Ha citato le minacce della Russia, esplicitamente, ma i critici si sono tappate le orecchie su questo punto. Da quando, agli inizi della campagna, defini' la Nato “obsoleta” (commento disgraziato e infelice, ma fatto per premere sugli alleati affinche' rispettassero gli obblighi finanziari per la Difesa previsti dallo stesso Trattato) Trump ha fatto autocritica esplicita varie volte. E ha compiuto tante azioni a riprova del pieno impegno USA verso la Nato: tra l'altro, ha voluto il Montenegro nell'Alleanza contro la furiosa opposizione di Mosca e ha rafforzato la presenza dei soldati Nato, con un battaglione guidato dagli USA, ai confini orientali. E nei giorni scorsi, su spinta USA, la Nato e' stata inserita con propri effettivi nella coalizione internazionale contro l'ISIS. Certo, Trump non ha abbandonato la sua posizione severa contro i paesi NATO che non rispettano l'impegno minimo del 2% del proprio PIL nazionale in spese militari. Su 28 membri, ora in regola ci sono solo gli USA (con il 3,6%) e altri quattro (Grecia, Gran Bretagna, Estonia e Polonia). Il Canada e altri 5 sono sotto l'1%, e l'Italia appena sopra (1,11%). Tutti gli altri, dalla Francia alla Germania, dalla Turchia ai paesi baltici ed est-europei sono inadempienti. Trump ha messo il dito sulla piaga, dicendo che “se tutti i paesi membri avessero speso il 2% del loro bilancio nella difesa l'anno scorso, avremmo avuto 119 miliardi di dollari in piu' per la nostra difesa collettiva e per il finanziamento delle riserve Nato”. E' dal 2006 che vige, firmato dai paesi membri ma disatteso dalla maggioranza , l'impegno ricordato da Trump. Torno a cio' che ho detto all'inizio. Non e' indecente enfatizzare la “non notizia” di Trump che “non cita” un articolo della Carta, ma che sostiene la NATO con i fatti (le truppe mandate al confine orientale con la Russia) e con i soldi (il 3,6% del PIL USA)? E non e' ancora peggio NON enfatizzare che Trump ha ragioni da vendere quando insiste che gli alleati rispettino un obbligo solennemente preso? Glauco Maggi

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