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Chi è davvero l'ultrà dem che ha sparato a Scalise (e perché la sinistra tace)

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Se il deputato repubblicano Steve Scalise – terzo per importanza nella gerarchia del GOP alla Camera - non muore sotto i ferri delle prossime operazioni, in due o tre giorni evaporera' l' “oltraggio” di cui la sinistra e i DEM hanno fatto sfoggio nelle 24 ore successive alla tentata strage. Intanto, i media che usano “strage” spesso a sproposito per drammatizzare i titoli, stavolta sono stati parchi nelle cronache. Se qualcuno ha scritto “tentata strage” raccontando o commentando i fatti, a me e' sfuggito. Ho trovato “poteva essere un massacro”, ma solo tra virgolette, perche' e' quello che effettivamente ha detto a caldo in TV il senatore Rand Paul, testimone e quasi vittima delle sventagliate di proiettili sparate dal fan di Bernie Sanders alla squadra dei repubblicani in allenamento sul campo da baseball. Le parole sono pietre, oppure confetti. Dipende dai destinatari. Quando fu la deputata DEM Gabrielle Giffords, nel 2011 in Arizona, ad essere gravemente ferita da Lee Loughner, 22 anni, giudicato poi pazzo e ossessionato contro di lei, si scateno' la condanna dei Tea Party, che nulla avevano a che fare ma che, per la sinistra, l'avrebbero influenzato ad assassinare. Sarah Palin, che mai aveva sentito parlare di Loughner e viceversa, fu sbattuta in prima pagina come mandante dell'attacco alla deputata DEM (ci furono sei vittime a quel comizio). Il sito del Comitato Politico che appoggiava la Repubblicana dell'Alaska aveva tempo addietro raffigurato un bersaglio con i candidati DEM da battere alle elezioni. La pagina di Facebook di James Hodgkinson, lo sparatore di Alexandria, e' ben altro: una miniera di prove della sua lunga militanza alla estrema sinistra dei Democratici. Non solo ha scritto, in marzo, “Trump e' un traditore, ha distrutto la nostra democrazia. E' ora di distruggere Trump & Co”. Da anni era affiliato a gruppi online dai nomi che parlano da soli, tipo “Eliminare il partito repubblicano” e “La strada per l'inferno e' lastricata di repubblicani”. Era anche un frequente contributor della rubrica delle lettere del quotidiano locale in Illinois, dove risiedeva, e vi riversava tutto il suo astio e odio per il GOP. L'approccio di Hodgkinson al “dibattito delle idee”, insomma, e' stato sempre pubblico. Non era un militante segreto delle Brigate Rosse Americane, ma un volontario che distribuiva in Iowa i volantini “vota Bernie Sanders”. Nessuno, a destra, ha finora riservato al senatore rosso il trattamento che era stato riservato alla Palin nel caso Giffords, e cio' e' bene. Anzi, hanno tutti registrato la presa di distanza di Sanders dal suo volontario, e la “condanna di ogni violenza”. Sarebbe bello pensare che le parole di Bernie, e la matura risposta all'attacco di Trump e dello Speaker (repubblicano) Paul Ryan, che entrambi hanno invocato sobriamente “unita'”, sono il segnale di un raffreddamento generale del surriscaldato clima di ostilita' e divisione che domina nel Paese. Ma come si fa ad alludersi? La figura di Hodgkinson e' solo la punta dell'iceberg. Tutti sappiamo che meta' del Paese non ha affatto digerito la sconfitta di novembre, non considera Trump il loro presidente, vive nell'ebbrezza morbosa di vederlo rimosso, abbattuto, cacciato dall'impeachment in Congresso. E perche' no, inutile girarci intorno, fatto fuori fisicamente. E' in buona fede chi si scandalizza perche' un signore attempato, con moglie figlia e cane, lascia casa sua e va a vivere per sei settimane in un van, ai bordi di un parco in Virginia dove sa che si allenano i parlamentari, e nell'ultimo giorno utile (oggi 15 ci sara' la partita dell'anno) scatena l'inferno contro la squadra del GOP? Non scherziamo. Hodgkinson, ex imprenditore in pensione, ha agito. Altri, artisti teatranti giornalisti, hanno sputato veleno e minacce dai video e alla TV. Comodi, al calduccio. E dai vertici del partito Democratico non e' venuta alcuna censura, alcuna condanna. Anzi, hanno difeso il diritto “culturale”, “artistico”, “satirico” di fare opposizione. Volete una carrellata di pagine della vergogna? *In novembre la rock star Marylin Manson ha rilasciato un video in cui sta in piede sul corpo di un corpo che e' chiaramente Trump, e che poi viene mostrato decapitato a terra. “Rappresenta l'atto disperato di gente che crede in qualcosa predicato da un miscredente”, ha spiegato al Daily Beast. *Sempre appena dopo il voto, l'attrice Lea DeLaria della serie “Orange is the New Black” ha offerto ai social media un suggerimento su come trattare Trump e i suoi sostenitori: “Prendere una mazza da baseball ed eliminare ogni fottuto repubblicano e indipendente che vedo”. Gli hashtag da usare di contorno? #f—ktrump, #f-kthe GOP. *In gennaio, a “Saturday Night Live” l'autrice dei testi Katie Rich ha twittato una sua previsione: “Il figlio di Trump, Barron, sara' il primo studente educato in casa a diventare uno sparatore stragista”. *In gennaio, al rally anti Trump delle donne dopo l'inaugurazione del presidente, Madonna ha detto alla folla: ”Ho pensato un sacco a far saltare in aria la Casa Bianca, ma poi ho scelto amore”. Che dolce! *In febbraio la comica Sarah Silverman ha twittato che l'esercito americano dovrebbe insorgere e aiutare a deporre Trump: “SVEGLIA E UNISCITI ALLA RESISTENZA. UNA VOLTA CHE I MILITARI SONO CON NOI I FASCISTI SARANNO ROVESCIATI. RE PAZZO & SUOI MANEGGIONI. BYE BYE”. *In marzo, Snoop Dog, il rapper, ha rilasciato un video in cui spara con una pistola finta a un clown, che ha le sembianze di Trump. *In maggio, la conduttrice Kathy Griffin ha posato per una foto, messa sui social, in cui tiene in mano una replica della testa insanguinata di Trump, appena decapitato. *In questi giorni la produzione del Public Theater in Central Park dell'opera “Giulio Cesare” presenta un attore, che e' chiaramente Trump, con la testa bionda e nei panni dell'uomo d'affari, che viene – tutto e' fedele al testo - pugnalato a morte dai suoi. Politici DEM e pubblico in delirio. L' “arte”, e il Primo Emendamento che protegge il diritto di espressione sotto ogni forma, hanno le spalle grosse. Date solo tempo a Scalise di guarire e l'anti-trumpismo volgare e ripugnante continuera', nel silenzio assolutorio e connivente dei liberal e dei democratici. di Glauco Maggi twitter @glaucomaggi

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