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Caso Snowden, lo schiaffo di Putin a Obama

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Edward Snowden Foto: Edward Snowden
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Adesso è ufficiale, Vladimir Putin ha dato uno schiaffo a Obama usando la mano della marionetta Edward Snowden. L'americano di 30 anni, ex uomo della Cia ed ex contractor che lavorava sui computer dei servizi segreti Usa, ha avuto una speciale “carta verde”, anzi meglio chiamarla “rossa” visto che viene dall'ex capo del KGB, e potrà stare regolarmente in Russia con lo status legale di “esule politico”. Per ora la licenza a Snowden di rifarsi una vita libero, nel paese in cui per i dissidenti politici sono ancora operative le galere della Siberia, durerà un anno. Ma, come ha subito commentato Wikileaks, l'organizzazione di Julian Assange che ha fornito a Snowden legali, assistenza finanziaria e solidarietà militante, “abbiamo vinto una battaglia, ora c'è da vincere la guerra”. Questo è parlar chiaro, e far capire quali siano e che cosa perseguano le forze in campo a proposito di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Non è ora che Wikileaks, ostile all'America e “amico” consapevole ed oggettivo dei regimi tirannici, sia trattato in quanto tale, e non come campione di “trasparenza”? Come reagirà Obama allo schiaffo di Putin, al di là delle risentite parole dei primi commenti a caldo? Ricordiamoci che è quella stessa Russia a cui Barack ha di recente offerto il ramoscello d'ulivo di una proposta di un ulteriore taglio ai rispettivi arsenali atomici, solo per essere respinto senza mezze parole. In settembre è previsto un summit tra i due a Mosca, e la Casa Bianca aveva fatto capire che lo avrebbe potuto anche cancellare in relazione con il trattamento riservato a Snowden. E ora la Casa Bianca "è estremamente delusa, è uno sviluppo sventurato”, ha commentato il portavoce di Obama Jay Carney, che ha annunciato che dovrà essere “rivalutata l'utilità dell'incontro” previsto tra i due. Dal Kremlino, dopo la consegna della “carta rossa” al fuggitivo, sono ancora venute parole di pace e di minimizzazione, che suonano irridenti. “Il nostro presidente ha espresso molte volte la speranza che questa vicenda non avrà effetti sul carattere delle nostre relazioni”, ha detto Yuri Ushakov, consigliere capo di Putin in politica estera. Il governo russo aveva chiesto a Snowden di non rilasciare altri segreti in cambio del diritto a restare in Russia, e avrebbe ottenuto questa garanzia, hanno sostenuto a Mosca. Ancora ieri il Guardian ha pubblicato però una nuova puntata di “segreti” operativi del programma NSA, e i russi hanno detto che si trattava di materiale fornito prima della promessa. La beffa dopo il danno. Le prime reazioni dal Congresso Usa sono state di oltraggio bipartisan. Il senatore repubblicano Lindsey Graham, alla notizia, ha chiesto che “gli americani a Washington dovrebbero considerare questa azione un cambio delle regole del gioco nelle nostre relazioni con la Russia e un chiaro segnale della mancanza di rispetto di Vladimir Putin verso il presidente Obama”, e ha chiesto “una seria risposta”, senza specificare. Gli ha fatto eco il presidente della Commissione esteri del Senato Robert Menendez, democratico, secondo cui “Snowden appartiene ad una corte di giustizia americana e non è un uomo libero che merita asilo in Russia. Questo è un passo indietro nelle relazioni Usa-Russia”.   twitter: @glaucomaggi

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