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Uragani, immigrati e tagli alle tasse: Donald Trump in risalita nei sondaggi

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Come sta reagendo il paese alle performance di Trump? Il presidente e' scatenato nella gestione delle conseguenze degli uragani (ieri ha fatto un blitz in Florida), e contemporaneamente e' attivissimo nel flirtare con i leader Democratici in Congresso. Con l'accordo sul tetto del debito con i vertici democratici, la cena bipartisan con 3 senatori per parte, il meeting con un gruppo di deputati dei due partiti e il dinner a base di cibo cinese con Chuck Schumer e Nancy Pelosi di mercoledi' ha voluto mostrare che fa sul serio. Vuole l'accordo sugli immigrati da regolarizzare, il muro al confine, e una riforma del sistema fiscale con tagli drastici alle tasse delle aziende e della classe media, escludendo i super ricchi. Otterra' tutto quello che vuole? Si vedra', ma quel che e' certo che ha varcato il Rubicone della divisione frontale tra i due partiti che aveva segnato la stagione politica dalla sua vittoria a ieri. E la sua svolta in chiave bipartisan sta piacendo a un sacco alla gente, che sta rialzando la sua approvazione nei sondaggi: la media RCP e' a un soffio dal 40% (39,5%), ma le piu' recenti rilevazioni singole (Zogby e Rasmussen) lo hanno fatto salire al 43% e al 44%. Esaminando nel dettaglio i risultati del sondaggio di Zogby si scopre che chi sta apprezzando di piu' le qualita' di manager competente che ha mostrato nel porre le risorse federali a disposizione delle vittime sono i giovani e i neri. "Trump riguadagna la sua base. E fa progressi tra i piu' giovani”, hanno titolato i curatori della recentissima ricerca di Zogby Analitics. Per Zogby, il presidente ha visto rimbalzare il supporto tra uomini, anziani e la sua base di elettorato “Nascar” (il pubblico delle corse automobilistiche popolari nell'America bianca, operaia e di classe medio-bassa degli Stati centrali), e migliorare sensibilmente tra i giovani neri, i giovani in generale, gli ispanici. La percentuale di approvazione e' cosi' risalita al 43%, e la disapprovazione e' calata al 53%. *Uomini. Ora ci sono piu' uomini (il 50%) che lo approvano del 47% che lo disapprovano. *Votanti piu' giovani. Il numero dei giovani/millennial che lo approvano e' balzato del 12% da maggio. Tra chi e' tra i 25 e i 34 anni la percentuale che lo promuove e' salita al 40%, mentre il 57% lo boccia. *Giovani neri. Il miglioramento e' significativo: il 42% lo approva (dal 33% di maggio) e il 53% lo boccia (dal 57%). *GOP. Tra i repubblicani e' restato stabile, con l'81% che lo valuta positivamente e il 18% che lo boccia. *Indipendenti. E' il gruppo che, curiosamente, va controcorrente malgrado il nuovo approccio bipartisan: il 32% approva il suo lavoro da presidente e il 60% lo boccia, una vistosa caduta da maggio, quando il 46% lo valutava bene e il 47% male. *La sua base di votanti e' tornata a seguirlo con favore. I fans del Nascar lo approvano per il 60% e disapprovano per il 38%. E i clienti di Walmart, il maggiore grande magazzino popolare per i suoi bassi prezzi in tutta l'America, lo approvano per il 51% e lo bocciano per il 46%. *Citta' e sobborghi. Trump ha fatto guadagni nelle grandi citta' (il 42% lo approva e il 55% lo boccia), nelle piccole citta' (il 52% e' con lui e il 45% contro) e nelle aree rurali (il 50% lo vede bene e il 42% male). Nei sobborghi ha invece perso il 10% dei favori, e ora e' al 36% di approvazione e al 60% di disapprovazione. Per il secondo sondaggio favorevole, il Rapporto Rasmussen, il presidente e' risalito di 8 punti da agosto, quando era al 36%, al 44% di approvazione attuale (il 26% lo approvano fortemente) , mentre il 54% lo disapprova (il 44% fortemente). Trump, dopo essersi inabissato nei sondaggi di luglio-agosto al 35%, e anche sotto, sembra ora sul punto di riguadagnare stabilmente una quota tra il 40% e il 50%, che lo rimetterebbe in una posizione piu' forte anche nei confronti dei parlamentari repubblicani che nel novembre del 2018 dovranno passare dalle urne per la riconferma e soffrirebbero ad avere un presidente irrimediabilmente impopolare. Le premesse di una crescita ci sono: due terzi degli elettori (il 66%), secondo il sondaggio Rasmussen, pensa che sia una buona idea per il Paese che Trump lavori con i Democratici in Congresso, mentre solo il 13% crede che la collaborazione bipartisan sia male per il Paese e il 21% e' indeciso: ma se il presidente otterra' qualche successo legislativo su immigrazione, tasse o infrastrutture, questo 21% potrebbe saltare nel campo dei favorevoli. Solo il 19% pensa che Trump debba continuare a fare affidamento sui Repubblicani in Congresso per passare la sua agenda, ben 10 punti meno del 29% dell'aprile scorso. Il 65% crede che debba puntare sui DEM, 7 punti in piu' rispetto al 58% di 5 mesi fa.  A conforto di Trump e della sua svolta bipartisan, il 72% dei Repubblicani sono favorevoli, e sono anche piu' entusiasti dei Democrati (il 62%) e dei non affiliati ad uno dei due partiti (63%). Con questo trend, aspettiamoci il “presidente del GOP” sempre piu' spregiudicato nel fare ‘avances' ai DEM. Che e' anche un modo esplicito, e brusco, di far capire ai repubblicani super-conservatori, quelli riottosi a fare compromessi all'interno del GOP come quando hanno fatto fallire la legge che cancellava Obamacare, che devono rassegnarsi ad avere un presidente battitore libero. Trump, per ottenere risultati concreti, fara' patti con il diavolo. di Glauco Maggi

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