Il direttore Fbi Comey cambiò versione

Hillary Clinton andava incriminata: le due parole che hanno cambiato la storia

Glauco Maggi

Il 6 luglio del 2016 avevamo scritto su Libero, riprendendo il commento del New York Times, che il 5 luglio era stato “il giorno piu’ nero della campagna di Hillary”. Nessuno poteva prevedere allora che il giorno veramente nero sarebbe poi stato l’8 novembre, quando Trump trionfo’. Ma quel 5 luglio non e’ comunque mai stato dimenticato, ed oggi e’ ritornato prepotentemente in cronaca e continua a turbare il destino di Hillary, che e’ legato a doppio filo a quello di James Comey, allora direttore dell’FBI. Quel giorno Comey salvo’ la Clinton evitandole il processo ma la strapazzo' al punto che il discorso passo’ agli archivi come quello della Hillary “estremamente sconsiderata” (extremely careless). La giornata di oggi, ricorrenza del trionfo di Trump, passera’ alla storia come quello della “grossa negligenza” di Hillary. E’ questo, infatti, il termine usato nella bozza di testo che lo stesso ufficio FBI di James Comey aveva steso qualche mese prima del discorso del 5 luglio. Il testo e’ stato ottenuto dal presidente della Commissione della Giustizia del Senato Chuck Grassley, repubblicano, con una richiesta legale all’FBI di tutti i documenti che portarono alla decisione dell’FBI di Comey-Obama di assoluzione della candidata DEM. Perche’ scoprire che Comey ha modificato l’etichetta da dare al comportamento di Hillary e’ tanto importante, quando per una persona normale le due espressioni suonano tanto simili da apparire interscambiabili? Perche’ e’ scritto nella legge che l’esecuzione dei propri compiti da parte di un funzionario pubblico e’ “criminale”, cioe’ passibile di processo e di eventuale condanna, se viene condotta – testualmente - con “grossa negligenza”. Avesse mantenuto quel testo, Comey sarebbe quindi andato contro la lettera della legge se avesse poi concluso, come aveva gia’ pensato di fare, di non incriminare Hillary. (Su ordine della ministra Loretta Lynch che aveva parlato con Bill Clinton all’aeroporto ? O su ‘imput’ di Obama stesso, che aveva pubblicamente assolto Hillary dicendo “non ha minacciato la sicurezza nazionale con il suo server” ? Sono altre questioni che le commissioni congressuali vorranno approfondire nei mesi a venire). Da qui, dunque, le capriole linguistiche per rendere, almeno formalmente, giustificabile l’assoluzione. Fin da subito, per la verita’, l’esenzione di Hillary da un processo per come aveva creato e usato un server tutto suo, al di fuori delle regole, era apparsa un’azione sconcertante non solo ai repubblicani ma a tutti gli esperti di diritto. Nello stesso articolo di Libero citato sopra avevamo scritto: “La decisione di aver accusato la Clinton di una gestione ‘estremamente sconsiderata’ dei segreti di stato e averne proposto poi l’assoluzione,