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Russiagate, l'indagine su Trump che serve a bloccare quelle su Obama

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Trump spara troppi tweet, e mischiando quelli stupidi su inezie ed idiozie a quelli serissimi fa un pessimo servizio a se stesso. Non e' una novita'. E' stato scritto alla nausea, da commentatori amici e nemici che su questo concordano, che il presidente e' il peggiore ostacolo mediatico ai suoi messaggi politici veri e alla sua causa. Oggi, per esempio, il presidente Trump ha finalmente posto una domanda chiave sullo scandalo Russiagate. Ma, scommettiamo?, la stampa di regime la ignorera', perche' non ha alcuna intenzione di rispondere. Trump non ha capito che gli unici suoi tweet che hanno un seguito sono quelli con cui fa autogol. Nel suo tweet del lunedi' mattina il presidente ha chiesto: “Perche' l'amministrazione Obama ha avviato un' indagine sulla campagna di Trump (con nessun indizio di alcuna azione scorretta) molto tempo prima delle elezioni di novembre?”. La sua risposta: “Voleva screditarmi, cosi' la truffatrice Hillary avrebbe vinto. Un caso senza precedenti. Piu' grande del Watergate! Inoltre, Obama non fece NULLA sulle ingerenze russe”. Il ragionamento non fa una grinza, e l'approfondimento sulle responsabilita' del governo Obama nel NON aver denunciato, indagato e tantomeno contrastato le interferenze propagandistiche indebite di Putin sui social, e perfino gli hackeraggi vari ai danni del Comitato Nazionale Democratico e dell'amico fidato di Hillary, Podesta, meriterebbe l'attenzione di una stampa indipendente corretta e curiosa. A maggior ragione adesso, visto che lo stesso Procuratore Speciale Robert Mueller ha incriminato di recente 13 persone e alcune societa' di Internet russe proprio per aver attaccato la democrazia americana, allo scopo di spargere zizzania e minare la credibilita' del sistema USA. Putin ha gia' risposto alla sua maniera, sprezzante e scontata. Ha detto all'America che gli “incriminati” di Mueller, a meno che non abbiano commesso reati secondo la legge della Federazione Russa, non verranno mai estradati negli Stati Uniti. Ed e' ovvio che, essendo il sistema giudiziario russo di oggi direttamente in mano all'ex dirigente del KGB dei tempi dell'URSS, non ci sara' mai alcuna conseguenza pratica per i russi che hanno tramato contro gli USA. Cio' e' grave e inevitabile (viene in mente Snowden…), ma non e' il problema fondamentale sul piano politico. Chiede infatti ancora il presidente Trump, in un altro tweet: “Domanda: se tutte le intrusioni dei russi hanno avuto luogo durante l'amministrazione Obama, (dal 2016) fino al 20 gennaio 2017 (il giorno della inaugurazione di Trump NDR), perche' tutte queste intrusioni non sono il soggetto della investigazione? Perche' Obama non ha fatto qualcosa sulle trame russe? Perche' i crimini dei Democratici non sono sotto indagine?“. L'indagine speciale, che dura dall'anno scorso e non si concludera' mai, ha l'effetto, voluto dai DEM, di permettere al procuratore Mueller (amico dell'ex direttore dell'FBI James Comey ) di mettere il naso in tutti gli affari, economici e fiscali, dei famigliari e dei soci di Trump, Jared Kushner e Ivanka compresi, con la scusa di cercare qualche ‘pistola fumante illegale' nel loro passato. E' quanto e' successo agli ex manager della campagna Paul Manafort e Mike Flynn, finiti da tempo legalmente in guai serissimi. Non per aver “colluso” con i russi per conto di Trump nel 2016, bensi' per aver commesso supposti crimini (ancora da provare nei tribunali) durante i loro precedenti impegni da lobbisti, molti anni fa, a favore dell' Ukraina e della Turchia, rispettivamente. Questo essendo l'andazzo, non stupisce la notizia di oggi secondo cui Mueller sta chiedendo, per via giudiziaria, di poter avere email, documenti, registrazioni di telefonate etc di un soggetto (ancora senza nome) che ha fatto parte dei collaboratori della campagna di Trump fin dagli inizi. Agli occhi di tutti gli osservatori non NeverTrump e' evidente che Mueller, tenendo aperta la sua indagine “speciale” in eterno, dopo che 20 mesi di indagini delle commissioni congressuali, bipartisan, non hanno trovato nulla sulla ‘collusione russa' di Trump, ha uno scopo preciso: zittire il presidente repubblicano quando pone le sue domande legittime, ma troppo scomode per Obama e i DEM. di Glauco Maggi

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