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Accanimento contro Trump: cosa c'è (davvero) dietro ai due libri che lo ricoprono di fango

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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La differenza tra il libro su Trump “Fire and Fury” (Fuoco e Furia) uscito in gennaio a firma di Michael Wolff , e quello nelle librerie tra pochi giorni, “Fear” (Paura) a firma Bob Woodward, non e' nella sostanza. L'accanimento contro il presidente repubblicano e le disfunzioni della Casa Bianca di Trump e' scontato e identico, perche' riflette la confluenza degli interessi degli autori: quello commerciale - sfruttare il fatto che in America e nel mondo si vende benissimo il Never Trump-, e quello politico, ossia fare tutto il possibile per danneggiare il GOP e avvantaggiare i Democratici. La differenza e' nel fatto che in “Fire and Fury” c'era almeno una fonte con nome e cognome, Steve Bannon, mentre Woodward si e' servito soltanto di fonti anonime per gli attacchi piu' clamorosi. Poi Bannon, l'ex stratega della campagna del 2016 che era gia' fuori dalla Casa Bianca da cinque mesi all'uscita del libro, ha chiesto scusa a Trump per le frasi, effettivamente sue, che erano state riportate da Wolff. Invece, le parole attribuite tra virgolette ai due principali personaggi della amministrazione Trump, il capo di staff generale John Kelly e il ministro della Difesa James Mattis, sono arrivate a Woodward da fonti ignote. La stampa mainstream, ovviamente, ha citato a profusione le chicche piu' velenose: Kelly che avrebbe detto in una riunione “siamo in una gabbia di matti”, e in un'altra che Trump “e' un idiota”; Mattis che avrebbe confidato ai suoi collaboratori che Trump “agisce e ha la capacita' di capire di uno scolaro di quinta elementare”. Ma Kelly e Mattis non hanno mai parlato con Woodward, che tantomeno ha incontrato Trump. I due generali, di fatto l'asse portante dell'amministrazione da un anno e mezzo, sono stati immediati nel negare la paternita' delle citazioni. Lo hanno fatto con dichiarazioni scritte che sono state riportate di sfuggita e succintamente dalla stampa, che da' credito comunque a Woodward, alla cieca. In attesa che le fonti anonime si facciano vive per confermare le accuse, la sola eventualita' che darebbe credibilita' al libro, ecco le smentite nette dei due interessati. Kelly ha scritto in un commento: “L'idea che io abbia mai chiamato il presidente un idiota non e' vera. Lo avevo gia' detto in maggio, e lo confermo ancora adesso fermamente con le stesse parole: ‘Passo piu' tempo io con il presidente di chiunque altro, e abbiamo una relazione incredibilmente sincera e forte. Lui sa sempre qual e' la mia posizione e entrambi sappiamo, lui ed io, che questa storia e' una totale BS (bull sheet, s…zata di toro NDR). Io sono impegnato con il presidente, la sua agenda, e il nostro Paese. Questo e' un altro patetico tentativo di denigrare persone vicine al presidente e di distrarre dai molti successi dell'amministrazione.” Mattis, sul sito del Pentagono, ha pubblicato la seguente dichiarazione, venandola di ironia: "Le parole di disprezzo per il presidente Trump attribuite a me nel libro di Woodward non sono mai state pronunciate da me o in mia presenza. Mentre a me piace in generale leggere testi di fantasia, questo e' un pezzo di letteratura in stile tipicamente Washington, e le sue fonti anonime non conferiscono credibilita'. Mentre condurre politiche responsabili nel mondo reale e' intrinsecamente incasinato, e' anche essenziale che noi affrontiamo ogni assunto per trovare la migliore opzione. Io apprezzo un simile dibattito e l'aperta competizione delle idee. In appena poco piu' di un anno, queste franche discussioni e decisioni hanno fruttato risultati significativi, compreso il quasi annientamento del califfato dell'ISIS, una condivisione mai vista prima del peso della Nato da parte dei nostri alleati, il rimpatrio dei resti dei militari USA dal Nord Corea, e la migliorata preparazione ad agire delle nostre forze armate. Le nostre politiche della Difesa hanno anche goduto di un supporto bipartisan schiacciante in Congresso. Nel servire in questa amministrazione, l'idea che io mostri disprezzo per l'eletto Comandante in Capo-Presidente Trump, o che io tolleri mancanza di rispetto per l'Ufficio del Presidente dall'interno del nostro Dipartimento della Difesa e' il prodotto della ricca immaginazione di qualcuno”. Trump non ha perso tempo nel rilanciare le due smentite: “Il libro di Woodward e' gia' stato rigettato e screditato dai generali James Mattis e John Kelly. Le loro citazioni sono frodi, una fregatura per il pubblico. Cosi' come altre invenzioni e virgolettati. Woodward e' un militante DEM? Avete notato il tempo? ”, ha twittato il presidente con riferimento alla data di uscita del libro, a meno di due mesi dalle elezioni di medio termine. di Glauco Maggi

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