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Elezioni di medio termine, il sondaggio Gallup che rimescola tutte le carte

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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A creare una suspense ancora maggiore di quella che il clima da referendum pro e anti Trump sta generando a meno di sei settimane dal voto di medio termine ecco, inatteso, il verdetto favorevole al GOP dell'odierno sondaggio della Gallup. Inatteso, perche' i recenti sondaggi sulla “scheda generica”, ossia quelli basati sulla domanda secca “voterai DEM o GOP alle prossime elezioni per il Congresso”, stanno invece dando i Democratici in vantaggio sui Repubblicani (+7,5% e' la media del distacco raccolta oggi 25 settembre sul sito RCP). Secondo Gallup, che non e' agenzia nota per essere filo GOP o filo Trump, il 45% degli americani ha ora una visione favorevole del partito repubblicano. E' un balzo di nove punti dal 36% del settembre scorso. E questo non e' solo il giudizio piu' lusinghiero per il GOP dal 47% del 2011. E', anche, piu' alto dell'attuale voto di gradimento verso i democratici, che e' pari al 44%. Il record del 47% per i repubblicani era stato realizzato solo tre mesi dopo il voto di medio termine del novembre 2010, elezioni in cui il GOP aveva strappato 63 seggi ai DEM, sull'onda del successo dei Tea Party e della reazione negativa nel paese ad Obamacare e al superstimolo da quasi 1000 miliardi, due leggi volute da Barack che era stato eletto nel novembre 2008. Soltanto un'altra volta nell'ultimo decennio il partito repubblicano aveva registrato per Gallup un voto piu' alto dei DEM. Fu nel novembre del 2014, quando il GOP catturo' il controllo del Senato e allargo' la sua maggioranza alla Camera: allora, i repubblicani avevano avuto il 42% di valutazione positiva, contro il 36% dei democratici. L'aumento di visione generale favorevole per il GOP e' il risultato di un balzo nella valutazione positiva dei Repubblicani, compresi gli indipendenti che tendono a destra: la percentuale di registrati repubblicani e di simpatizzanti che hanno indicato una visione favorevole del GOP e' schizzata di 18 punti, dal 67% del settembre del 2017 all'85% di adesso. Non c'e' altro modo di leggere il trend se non quello di riconoscere che la trasformazione del GOP in “partito di Trump” sta piacendo ai repubblicani e agli indipendenti piu' orientati a destra. Gli americani in famiglie con la fascia di reddito medio, da 30mila a 75mila dollari annui, sono quelli che hanno alzato piu' significativamente la loro visione positiva per il GOP, passando dal 36% di favorevoli nel settembre 2017 al 49% adesso. Chi guadagna meno di 30mila dollari ha migliorato il suo giudizio, salendo dal 34% al 40%, e pure i percettori di reddito oltre i 75mila dollari che vedono bene il GOP sono cresciuti dal 35% di un anno fa al 39% attuale. Tra le due date, i parlamentari repubblicani hanno approvato la riforma con i tagli delle tasse, contro l'opposizione di tutti i DEM, e gli indici di borsa, della crescita del PIL (al 4,2%) e della disoccupazione (scesa al 3,9%) sono tutti sensibilmente migliorati. Lo scenario economico e' da record, come non si vedeva da decenni. In settimana il numero delle richieste di sussidi dei senza lavoro e' sceso al livello di 49 anni fa, e da alcuni mesi il numero dei posti di lavoro disponibili ufficialmente nel paese e' piu' elevato dei disoccupati. Cioe', ci sono piu' offerte di lavoro dei datori che persone a spasso. “Come puo' l'America non votare per il mio partito in una situazione simile?” chiede nei comizi Trump che non crede ai sondaggi sulla “scheda generica” che vedono il GOP perdente. Gli americani vivono un'economia brillante, e questo e' un fatto. Il prossimo test ai seggi dira' se sono grati al partito, e al presidente, artefici di tanto boom. di Glauco Maggi

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