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Vessel, il gioello architettonico diventato simbolo di Hudson Yards

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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“Fra giugno e settembre prossimi”, ci ha informato il mese scorso il Corsera, occorrerà “mettere in finanziaria in ottobre oltre 20 miliardi di euro di stretta di bilancio. sono quanto serve semplicemente per far sì che il deficit del 2020 si stabilizzi e non superi il 2% del Pil”. Una cifra enorme? Lo è, per l'Italia. Ma per dare un ordine di grandezza purtroppo indicativo della distanza siderale tra l'economia italiana e quella americana, e della diversa attitudine a progettare e a realizzare iniziative pro-business, ieri a New York è stato inaugurato un complesso immobiliare privato, costato 28 miliardi di dollari, destinato a rivitalizzare un quartiere negletto e sottoutilizzato che si affaccia sull'Hudson, tra la 30esima e la 34esima strada nella West Side, su un'area di 15 acri, circa 60mila metri quadrati. L'investimento è opera delle due società Related Companies e Oxford Properties Group, ed il complesso si chiama “Hudson Yards”. E' già entrato nelle mappe come quartiere di affari, di vita civile, e come attrazione per i visitatori. Per realizzarlo ci sono voluti dieci anni dalla sua ideazione, possibile grazie all'allora sindaco Mike Bloomberg che convinse il consiglio cittadino a cambiare la destinazione d'uso dell'area, fino ad allora il capolinea-deposito di centinaia di vagoni ferroviari. La città ha contribuito economicamente al progetto per una parte molto contenuta, 6 miliardi, se rapportata al volume dell'affare e alla creazione di sicuri introiti turistici, di migliaia di posti di lavoro e delle relative entrate fiscali prodotte dalla novità. Nella quota di investimento pubblico sono infatti compresi i 3 miliardi circa impiegati per far arrivare la linea 7 della metropolitana da Times Square, un prolungamento atteso da tempo e che per la verità serve l'intera zona attorno e non solo i nuovi grattacieli dell'Hudson Yards. Come pure vanno conteggiati i soldi impiegati per costruire una nuova scuola pubblica locale e per attrezzare l'area con giardini e parchi aperti alla cittadinanza e ai turisti. Il resto è in sconti fiscali ai promotori e ai fruitori commerciali che verranno spalmati negli anni a venire. Il complesso, inaugurato oggi, è un misto di abitazioni, di uffici che ospiteranno grandi aziende (BlackRock, Warner-CNN, KKR, l'Oreal, Coach-Tapestry tra le altre), di negozi (dal popolare H&M al lussuoso Neiman Marcus) e di decine di ristoranti e di bar alla moda. C'è anche un capannone (“The Shed”) per ospitare mostre d'arte e spettacoli di musica e teatro, costruito con una tecnica innovativa: un lato della base rettangolare è su due enormi ruote e ciò permette di adattare lo spazio d'uso alle esigenze delle diverse performance. Ma il gioiello architettonico già diventato il simbolo di Hudson Yards è il cosiddetto “Vessel” (Vascello), firmato dall'architetto Thomas Heaterwick. C'è un po' di Italia nel progetto, poiché' il materiale metallico l'ha prodotto la ditta Cimolai di Monfalcone.  Credo proprio che New York sia l'unica città al mondo in cui, se si crea una serpentina di metallo, colore rosso-rame, composta solo di 2500 gradini che salgono e scendono in circolo senza portare da nessuna parte, si può scommettere che ci saranno milioni di persone vogliose di percorrerle. Il Vessel, collocato proprio al centro del canyon di palazzoni dell'Hudson Yards, è aperto al pubblico gratis, ma è richiesta la prenotazione via Internet per evitare una insostenibile congestione di gente. Già adesso non ci sono più accessi possibili per il mese di marzo, quindi i turisti che verranno a New York devono premunirsi per tempo se vogliono fare il giretto. E' facile prevedere che il Vessel entrerà di diritto nella Hit Parade delle destinazioni dei visitatori della Grande Mela, allo stesso livello delle icone più classiche che è inutile citare, e di quelle new entry salite al top negli ultimi anni: Eataly di fronte al Flatiron, e la High Line, il giardino sospeso ex-ferrovia che va dal nuovo Whitney Museum di Renzo Piano sulla Gansevoort su su proprio fino all'Hudson Yards. La storia di questa realizzazione, che ha aggiunto un quartiere nuovo e vibrante a Manhattan, è una tipica storia della voglia di fare americana, e newyorkese in particolare. La città aveva partecipato alla gara per avere le Olimpiadi estive del 2012 (Alexandria Ocasio faceva la barista e non era ancora la bandiera della decrescita verde infelice) ma non le ottenne. Nel suo progetto al CIO il Comune aveva preso l'impegno di ricoprire il deposito di vagoni sull'Hudson e di farci sopra l'Olympic Stadium. Fallito quel progetto, le due aziende costruttrici, e il sindaco, pensarono subito ad una alternativa, e partorirono la riconversione dell'area. La filosofia? Non lasciare che un fallimento detti il tuo futuro, ma usalo al meglio. di Glauco Maggi

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