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Immigrazione, ma allora Trump aveva ragione? Anche i giornaloni di sinistra ammettono "l'emergenza"

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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“Il sistema della immigrazione USA puo' aver raggiunto il punto di rottura”. E' un titolo di prima pagina del New York Time di oggi, e chi non assapora il paradosso e' in mala fede. “Per anni, ci sono stati avvertimenti che il sistema immigratorio in America era sul punto di fallire. Il tempo potrebbe essere adesso”, continua, nel sommario, il giornale liberal che e' il perenne ed esplicito giornale della “Resistenza a Trump”. Ma come? Trump non ha dichiarato qualche settimana fa lo stato di emergenza sul confine meridionale? E proprio per affrontare la crisi della crescente invasione di clandestini dal Messico partendo dalla costruzione di migliori barriere fisiche per tamponare il fenomeno degli ingressi? La dissuasione ad accalcarsi alla frontiera non puo' che iniziare con il rendere difficile il passaggio dei migranti illeciti, e il muro e' il piu' efficace messaggio che gli USA non sono senza frontiere. L'esempio di Israele, che ha eretto anni fa il muro per impedire il passaggio dei terroristi palestinesi, e' un caso di successo: l'infiltrazione dei malintenzionati si e' di fatto arrestata. In Congresso, tutti i Democratici ed anche molti Repubblicani hanno pero' votato contro la dichiarazione di emergenza del Presidente, che ha dovuto usare il potere di veto per proseguire  nel suo piano di costruzione del muro, iniziando con un miliardo di dollari dai fondi inutilizzati del ministero della Difesa. Trump ha ragioni da vendere nel denunciare la situazione insostenibile sul confine, e l'articolo del New York Times, che lo conferma nei fatto, e' la prova del citato paradosso che domina la politica USA. A Donald non si deve mai dare ragione su nulla, perche' i Democratici e i Never Trump hanno solo l'obiettivo di rendere il suo primo mandato un insuccesso, per preparare la sua cacciata nel 2020. Sullo stato dell'immigrazione, pero', sono i numeri a parlare, e leggerli persino sul New York Times fa impressione. Ecco che cosa hanno scritto, il 10 aprile, gli inviati Michael D. Shear, Miriam Jordan e Manny Fernandez da San Ysidro, sul confine tra Messico e California. “La natura stessa dell'immigrazione in America è cambiata dopo il 2014, quando le famiglie hanno iniziato a manifestarsi in gran numero. La crisi che ne è derivata ha travolto un sistema incapace di trattenere, curare e decidere rapidamente il destino di decine di migliaia di persone che dichiarano di essere in fuga per la propria vita. Per anni, entrambi i partiti politici hanno provato - e fallito - a rivedere le leggi sull'immigrazione della nazione, consapevoli che un giorno il governo avrebbe raggiunto un punto di rottura. Quel momento è arrivato. Il paese non è ora in grado di fornire né il necessario aiuto umanitario per i migranti disperati né i controlli di base sul numero e sulla natura di chi sta entrando negli Stati Uniti. I tribunali per l'immigrazione hanno ora più di 800.000 casi pendenti. Ognuno richiede una media di 700 giorni per essere evaso. E poiché le leggi e le sentenze dei tribunali volte a proteggere i bambini proibiscono ai minori di essere incarcerati per più di 20 giorni, le famiglie vengono spesso semplicemente rilasciate. Vengono portate alle stazioni degli autobus del centro in posti come Brownsville, in Texas, dove dozzine la scorsa settimana si sono seduti su panchine di metallo grigio, la maggior parte senza soldi o persino lacci sulle scarpe, diretti verso destinazioni negli Stati Uniti. Al ritmo attuale di circa 100.000 migranti al mese, i funzionari dicono che più di un milione di persone avrà tentato di attraversare il confine in 12 mesi. Alcuni di coloro che arriveranno oggi avranno una forte causa legale per rimanere in base ai trattati internazionali sui rifugiati e alle leggi federali sull'asilo, ma la maggior parte non avrà un'udienza formale in materia di asilo fino al 2021. Il flusso di famiglie di migranti ha raggiunto livelli record, con un totale di febbraio del 560 per cento in piu' rispetto a quello dello stesso periodo dell'anno scorso. Si prevede che oltre 27.000 bambini attraverseranno la frontiera e entreranno nel sistema di controllo dell'immigrazione solo nel mese di aprile. Così affollate sono le strutture di confine che alcuni dei circa 3.500 migranti in custodia a El Paso sono stati radunati all'inizio di questo mese sotto un ponte, dietro un filo spinato”. Fin qui il New York Times, e uno si chiede come si possano conciliare questi dati drammatici con l'opposizione senza frontiere dei liberal, dei Democratici, dei Never Trump alla volonta' e fermezza del presidente di affrontare l'emergenza. Ammettendola, come primo passo logico. La realta' e' che sia i DEM sia il GOP, nelle loro dominanti ali estreme, preferiscono non trovare, e neppure cercare, un compromesso legislativo serio per rimediare. I primi perche' Trump non deve vincere mai in Congresso. I secondi perche' pensano sia conveniente per le loro sorti elettorali, nel 2020, tenere aperto il problema davanti alla propria base rigidamente anti-amnistia.   Nei prossimi mesi, pero', i rapporti delle Guardie di Frontiera potrebbero far precipitare gli eventi. Per marzo e' stata sfondata la quota dei 100mila arrestati, e nell'anno si proietta un numero oltre il milione. Giorni fa sono state pubblicate le cifre dei fermati e le loro nazionalita' (oltre 100) nell'anno fiscale 2018. Gli irregolari non vengono solo dal Messico (152mila), o da Guatemala (115mila), Honduras (76mila) e El Salvador (31mila) con le famigerate carovane. Sulla frontiera sul Rio Grande gli agenti hanno arrestato clandestini da India (8900), Nicaragua (3200), Brasile (1500), Ecuador (1495), Bangladesh (1200) e via via, per numeri sotto 1000, da Cina, Nepal, Peru', Romania, Repubblica Dominicana, Sri Lanka. In meno di 100 sono venuti dal Venezuela, e, sotto la decina, da Gran Bretagna, Afghanistan, Ungheria, Arabia saudita, Corea del Nord, Iraq, Siria, Tonga. Forse, quello che ha fatto sgranare gli occhi agli agenti e' stato pero' uno svizzero, l'unico dal suo paese. Che sogno, l'America! di Glauco Maggi

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