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Donald Trump e l'impeachment, "tanto rumore per nulla"

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Alla procedura di impeachment contro Trump si applica il titolo shakespeariano “Molto rumore per nulla”. Se ne parla dal giorno in cui e' entrato alla Casa Bianca, perche' il popolo Democratico sotto choc per l'esito delle elezioni del novembre 2016 ha usato la possibilita' di far fuori il presidente repubblicano cosi' – extra urne – alla stregua di una collettiva coperta di Linus per placare l'angoscia. Quando e' stato nominato il procuratore Bob Mueller per indagare il Russiagate, l'attesa per la sua incriminazione e' stata vissuta dagli afflitti della sindrome trumpiana come il travaglio della donna incinta: lungo, incerto, ma carico di quella trepidazione che promette alla puerpera il premio del parto a buon fine. Del resto, che cosa poteva produrre di diverso il dream team dei 13 legali (filodemocratici) nella squadra di Mueller? Eppure, choc !, proprio quello e' successo: il Rapporto di piu' di 400 pagine che doveva incriminare Trump, o almeno qualche parente o funzionario, ha decretato “no collusione con Putin”, “no ostruzione di giustizia”. E la postilla della “insufficienza di elementi per esonerare del tutto Trump”, bizzarra formula irrituale che ha stravolto il normale diritto giudiziario che prevede invece che ci siano soltanto “colpevoli o non colpevoli”, suona come un tocco di sadismo del procuratore speciale. In pratica, nella conferenza d'addio Mueller ha lanciato un messaggio-invito che, tradotto dal suo legalese nel parlato della gente comune, e' il seguente: “Io non ho potuto fare di piu', ma voi come Congresso avete la strada costituzionale da seguire: l'impeachment”. Il “rumore”, tra l'opinione pubblica depressa dei Never Trump, e' insomma ancora “tanto”, ma e' sempre “per nulla”. Infatti, tra i deputati cui spetta l'onere di avviare la procedura essendo gli unici che ne hanno il potere, coloro che hanno espresso pubblicamente la disponibilita' a votare per l'impeachment sono 59 Democratici e un Repubblicano. Significa che dei 235 membri della maggioranza Democratica della Camera (che in tutto conta 435 deputati) soltanto un quarto e' uscito allo scoperto: in sostanza si tratta dei deputati eletti in Distretti elettorali sicuri per il partito Democratico, dove dominano gli elettori liberal e i piu' radicali. Il sito Politico.com ha stilato la “matematica dell'impeachement”, fornendo i numeri che pesano. Su 24 Democratici che sono membri della Commissione Giudiziaria della Camera, l'organismo che dovrebbe aprire l'inchiesta su Trump sostenendo pubblicamente l'iniziativa, per ora solo 13 si sono dichiarati a favore. Ma il numero necessario e' di 21 membri, indispensabili per battere i Repubblicani che difendono tutti il presidente. Degli otto Democratici che sono i piu' influenti per le sorti di questa partita, cioe' i tre piu' alti in grado nella nomenclatura del partito (a partire dalla Speaker Nancy Pelosi) e i cinque presidenti delle Commissioni deputate a indagare su Trump, soltanto la presidente di quella dei Servizi Finanziari Maxine Waters sostiene l'impeachment pubblicamente, mente il presidente della Commissione Giudiziaria Jerrold Nadler avrebbe solo fatto sapere, ma privatamente, di essere a favore. Nessuno dei 17 deputati Democratici che correranno nel 2020 in Distretti elettorali in bilico tra i due partiti e' pro-impeachment, secondo il Cook Political Report. E si capisce la cautela, anzi l'ostilita' a farlo: secondo un sondaggio della CNN del settembre 2018, il supporto pubblico per l'impeachment era del 47%; al 31 maggio la percentuale, dopo il Rapporto Mueller, e' crollata al 41%. Per avviare l'iniziativa serve la maggioranza assoluta della Camera. Poi e' prevista l'istruttoria del Senato, dove il GOP e' in maggioranza e dove occorrono i due terzi di favorevoli per infliggere l'impeachment a Trump. I numeri non ci sono alla Camera, e non ci saranno mai al Senato.

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