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Trump razzista e suprematista? No, ecco perché è una manna per le minoranze

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Trump e' un razzista suprematista bianco che disprezza neri e ispanici, un sessista omofobo che maltratta le donne, un milionario insensibile che affama i poveri e la classe media. Lo pensano e lo dicono i Democratici e la sinistra, che evitano pero' di attaccarlo con la scomunica politica definitiva: se fossero validi gli attributi che gli affibbiano, infatti, i nemici di Trump dovrebbero concludere che e' pure un fallimento come presidente, perche' le misure prese da quando e' alla Casa Bianca , legislative e di deregolamentazione, stanno producendo l'opposto del suo supposto programma di odio. Ma i liberal non sono cosi' spiritosi… Diamo quindi la parola agli economisti e ai numeri per vedere quanto Donald sia, in verita', una manna per le minoranze, le donne, e i poveri. Tutto, meno che il loro irriducibile avversario. *Razzista? Il Censo riporta che la disoccupazione dei neri, al 5,5% in agosto, e' la piu' bassa da quando il governo calcola il dato, nel 1972. La distanza tra la disoccupazione dei bianchi e degli afro-americani non e' mai stata tanto bassa: tipicamente, il tasso di neri senza lavoro e' pari al doppio, o piu', di quello dei bianchi; ora e' sceso da 2 a 1,6 volte tanto. Pure gli ispanici e gli asiatici sono a un livello di disoccupazione molto basso, vicino ai record storici di qualche decennio fa. Il Washington Post ha analizzato recentemente i dati del Dipartimento del Lavoro e ha scovato una statistica choc (per gli anti Trump) : oltre l'86% dei posti di lavoro creati dalla fine del 2016 (elezione di Trump) sono andati alle minoranze; in numero assoluto sono 4,5 milioni di posti sui 5,2 milioni creati dall'economia USA. *Misogino sessista? “Tra i lavoratori a tempo pieno impiegati per l'intero anno, il numero di donne e' aumentato tra il 2017 e il 2018 di 1,6 milioni, mentre quello degli uomini e' cresciuto di circa 700mila unita'”, ha scritto sul Daily Signal la giornalista Mary Margaret Olohan. Il reddito reale mediano per le donne capofamiglia senza marito/compagno e' cresciuto del 5,8% tra il 2017 e il 2018, mentre per le normali coppie sposate non c'e' stato cambiamento. Il tasso di poverta' per i nuclei familiari guidati da donne si e' ristretto dal 26,2% del 2017 al 24,9% nel 2018. *Anti-poveri e anti classe media? Secondo i dati del Censo, quelli che vivono in poverta' sono scesi di 1,4 milioni nel solo 2018, con il tasso calato dal 12,3% all'11,8%, il piu' basso da prima della crisi finanziaria del 2007. Il declino e' stato opera delle famiglie guidate da donne, in particolare di donne delle minoranze, le piu' socialmente svantaggiate. E se e' vero che “la classe media” si sta riducendo, questo non e' affatto un risultato negativo, anzi. Come osserva l'economista Mark J. Perry, man mano che l'economia si espande, più persone entrano nelle fasce ad alto reddito. Dal 2007, l'anno prima della crisi finanziaria, la classe media - definita come quella che guadagna da 35.000 dollari a 100.000, aggiustati per l'inflazione - è scesa dal 43% della popolazione al 41,7% nel 2018. Ma non e' perche' la classe media e' stata "spremuta", come piace dire alla sinistra. Infatti anche la percentuale di quelli considerati "poveri" è diminuita, dal 29,4% al 27,9% della popolazione. Dove sono finiti allora tutti i poveri e la classe media? Al livello di reddito superiore, medio e medio alto, che si e' gonfiato dal 27,7% al 30,4%. Niente male, dunque. Trump nei suoi comizi cita spesso questi trend di indubbio successo, ma i media del mainstream si guardano bene dal riportarli. E che il parlare di lavoro ed economia florida sia oggi un tabu' della sinistra e' stato dimostrato platealmente dall'ultimo dibattito in TV tra i candidati DEM: nelle tre ore di discussione non e' mai stata pronunciata la parola “disoccupazione” e i fugaci riferimenti all'economia hanno preso si' e no un paio di minuti. Ma i dati statistici esposti sopra, ripresi dal sito ‘Issues & Insight', sono reali: corrispondono cioe' a persone in carne ed ossa che li sperimentano direttamente. E se lo stato dell'economia mantiene questo tono nei prossimi 14 mesi, anche quelli che parlano male di Trump nei sondaggi ci penseranno due volte prima di negargli il bis nel segreto dell'urna. E di fare del male a se stessi. di Glauco Maggi

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