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L'ordine esecutivo di Donald Trump a favore degli ebrei che fa infuriare i liberal

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Trump ha firmato mercoledi' alla Casa Bianca, durante la tradizionale celebrazione della festivita' ebraica della Hanukkah, un ordine esecutivo a favore degli ebrei che tanto per cambiare ha fatto imbestialire i liberal, anche se ebrei. I Democratici e la sinistra hanno sempre avuto l'ossessione di appiccicare ogni possibile etichetta negativa al presidente, e “antisemita” e' stato uno degli slogan piu' gettonati, a fianco di anti-islamico (non badate alla contraddizione), xenofobo, razzista, omofobo, misogino. Con la disposizione, Trump ha imposto ai ministeri della sua amministrazione, gia' tenuti a far rispettare il cosiddetto Titolo VI della Legge dei Diritti Civili del 1964 contro le discriminazioni, ad adottare la definizione di “antisemitismo” della Alleanza Internazionale per la Rimembranza dell'Olocausto ( l'IHRA, un organismo che piu' insospettabile non si puo') per reprimere le discriminazioni contro gli ebrei.  In particolare, l'ordine si rivolge alle università e ai college che ricevono fondi federali e richiederà al Dipartimento della Pubblica Istruzione, nell'esaminare i casi denunciati di antisemitismo, di considerare questa definizione ampiamente accettata di antisemitismo come parte della valutazione se un incidente o un'attività siano antisemiti. L'IHRA definisce l'antisemitismo come "una certa percezione degli ebrei, che può essere espressa come odio verso gli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell'antisemitismo sono dirette verso individui ebrei o non ebrei e / o le loro proprietà, verso le istituzioni della comunità ebraica e le strutture religiose “.  Secondo un'interpretazione dell'Ordine Esecutivo  fornita dalla Lega anti-diffamazione, le critiche a Israele potrebbero essere considerate antisemitiche nel caso diventino "intimidazioni intenzionali, illegali, discriminatorie e molestie contro gli ebrei”. Se i colleges che accettano denaro dal governo adottano la definizione IHRA di antisemitismo in casi di discriminazione, gli studenti che sentiranno di essere vittime di bullismo nei campus universitari possono da oggi denunciare gli episodi subiti all'amministrazione della scuola, che dovra' decidere se l'incidente è da considerare antisemita. Il Titolo VI vieta la discriminazione sulla base della razza, del colore e dell'origine nazionale nei programmi e nelle attività che godono del beneficio dell'assistenza finanziaria federale. Il Dipartimento della Pubblica Istruzione, quindi, potrebbe tagliare i finanziamenti federali per le istituzioni che non riescono a porre rimedio agli incidenti antisemiti che rientrano nel Titolo. Un alto funzionario dell'amministrazione ha detto al giornale israeliano “The Jerusalem Post” che l'antisemitismo nei campus universitari è spesso mascherato in un'agenda politica di propaganda anti-israeliana. Il caso piu' classico e' quello delle attivita' dei gruppi filo-palestinesi che promuovono il movimento per il “boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele”. I promotori definiscono Israele “il piu' grande pericolo per l'umanita'”, e negano il diritto alla sua esistenza. Che sostengano, a parole, di non essere antisemiti e' un escamotage dialettico che maschera la realta' dei fatti. L'antisemitismo e' oltretutto fenomeno in crescita nella sinistra politica USA (le due neodeputate islamiche della ‘squadra' della Ocasio Cortez lo sono, e lo ammettono), come anche nel partito laburista inglese di Corbyn, campione di antisemitismo in Europa. La maggior parte della comunità ebraica USA ha celebrato l'annuncio di Trump. Il senatore Norm Coleman, presidente nazionale della coalizione ebraica repubblicana, ha definito la mossa "veramente storica" ​​e ha affermato che "il presidente Trump ha esteso agli studenti ebrei una protezione legale molto forte e significativa dalla discriminazione antisemita”.  Secondo i liberal, invece, l'Ordine Esecutivo e' sbagliato perche' porrebbe gli ebrei nella categoria delle “nazioni separate”, negando “l'americanita' agli ebrei americani”. Qualcuno e' arrivato a paragonare l'idea di Trump a quella della ideologia nazista, prefigurando uno “status” da cittadini separati per gli ebrei USA.  Come dicevamo, per i liberal, quelli ebrei soprattutto, ammettere che Trump faccia qualcosa di buono e' impensabile. Bene ha quindi fatto John Podhoretz, repubblicano ma never Trump, ebreo ma con senso della misura, a scrivere sul New York Post che “questo e' un atto di solidarieta' e di amicizia. E ci dovrebbe essere un punto in cui la comunita' ebraica prende gesti come questo per quello che sono. E' un'abitudine stressante guardare con sospetto e con avversione ad una mano tesa verso di te, se questa mano e' di qualcuno con il quale sei in disaccordo politicamente. Se il supporto di Trump per Israele e la sua politica di guerra contro le offese oltraggiose antisemitiche nei campus fanno di lui un antisemita, tutto quello che posso dire e' ‘magari tutti fossero antisemiti'”. di Glauco Maggi 

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