Le donne in televisione, non solo "oggetti"

Enrico Paoli

Una storia importante che si intreccia con la vita e la profesionalità di una donna, una giornalista: la prima direttrice del Tg3 in Italia, Daniela Brancati, che racconta a modo suo attraverso aneddoti e riflessioni la tv di Stato. A presentare il libro "'Occhi di Maschio. Le donne e la televisione in Italia. Una storia dal 1954 ad oggi", edito da Donzelli, è stata la è stata la Fondazione Foedus, da sempre attenta ai temi dell'informazione e del sociale. Ne hanno parlato il presidente della Fondazione Foedus, Mario Baccini, il presidente della FNSI, Roberto Natale il responsabile della Cultura e dell'Informazione del PD, Matteo Orfini. "Questo libro ci insegna che le donne possono arrivare ovunque con tenacia e competenza. È un'analisi autentica sulla situazione politica in Rai ma, a mio avviso, l'interrogatipartite in Rai c'è troppa politica o non c'è politica che sappia governare e mediare. Oggi in rai non c'è l'influenza dei pariti, c'è l'influenza di clan", con queste parole Baccini ha aperto il dibattito sul volume della Brancati. Per Orfini "il volume è piacevole e scritto molto bene e per chi come me si occupa di cultura è importante ma soprattutto apre un dibattito importante sulla Rai e su come smontarne la governance e la struttura ed alcune visioni mitologiche della tv pubblica per ricostruire le basi dell'azienda. Questo è un racconto spietatamente sincero su come funziona la Rai!. Secondo il presidente FNSI Natale, " questo libro si è soffermato su un tema prima che divenisse senso comune. Prima del se non ora quando. È un esempio di ottimismo. Ci aiuta a situare l'informazione in un contesto più ampio e profondo. Analizza come il servizio pubblico attraverso  quello che non passa sotto il marchio informatico abbia contribuito a plasmare la verità.  Io sono un difendore della Rai, oltre esserne un dipendente e vorri che la ricostruzione dell'azienda passase attraverso i valori che promuoviamo. Il senso dell'Europa, che oggi particolarmente ci interessa, passa anche attraverso la tv dei valori, anche e soprattutto attraverso il servizio pubblico che ne ha la vocazione. Il punto di vista è quello della donna che contrasta l'immagine della donna oggetto in tv".