La Casoria si difende e attacca

Luciano Moggi

Si è tenuta stamattina davanti alla Commissione Disciplinare del Csm l'udienza sul procedimento disciplinare nei confronti del giudice Teresa Casoria, difesa dal fratello, anche lui presidente di una sezione del tribunale napoletano. La Procura Generale, ovvero l'accusa in questo caso davanti al CSM, ha chiesto il provvedimento della censura. Ricordiamo che sono stati testimoni i due pm Narducci e Capuano e quattro giudici del tribunale di Napoli: Rosella Catena, Gaetano Di Giuro, Francesca Pandolfi e Maria Pia Gualtieri. Secondo quanto riporta Alvaro Moretti su Tuttosport a fine udienza la Casoria ha rilasciato delle dichiarazioni con le quali ha difeso il suo lavoro, ma anche lasciando trasparire delle precise accuse: "La procura di Napoli ha chiesto al presidente del tribunale di fare qualcosa per farmi astenere, la Pandolfi ha reiterato questo invito ma io non avevo nessun motivo per non fare il processo Calciopoli. Ho sostenuto l'accusa in processi importantissimi, non avevo alcun interesse in questo processo, il calcio non lo conosco, non tifo per nessuno quindi fare il processo era il mio dovere. Ci si astiene se c'è motivo di farlo perché svolgere i processi è un dovere. Due sentenze della corte d'appello sulle precedenti ricusazioni hanno ribadito che era un dovere andare avanti. Devo notare come è stato strumentalizzato in tutti i modi questo procedimento. Il pm Beatrice addirittura si era lamentato perchè facevo cominciare il processo troppo in fretta. Quando vennero rigettate le richieste per le parti civili si rischiava la paralisi di Calciopoli perchè il pericolo era di avere in udienza come parte civile ogni singolo tifoso di calcio. Invece siamo arrivati alla fine del dibattimento. Piuttosto, vedo i pm renitenti a fare la requisitoria. Hanno chiesto indagini supplementari e avuto un teste che...". Sempre secondo Moretti il riferimento è a Nucini e lo stesso pm Capuano pare abbia ammesso che su questo il giudice Casoria ha ragione. Secondo quanto riporta l'ANSA in un altro passaggio la Casoria ha osservato: ''Dicono l'indipendenza della magistratura. Non possiamo più parlare! C'è solo l'indipendenza dei pubblici ministeri. Il procuratore della Repubblica tiene sotto lo schiaffo il presidente del tribunale'', alludendo a lettere riservate tra Giandomenico Lepore e Carlo Alemi nelle quali si diceva: ''Vedi che devi fare per farla astenere''. La Casoria ha ricordato anche i suoi precedenti: "Io ho fatto processi importantissimi. Cutolo è rimasto in galera da quando l'ho accusato. Aldo Semerari minacciava. Mi dicevano 'i servizi segreti ti tagliano la testa se non dici che Cutolo è pazzo'''.  Attendiamo la decisione della Commissione Disciplinare, riunita in camera di consiglio, ma ricordiamo che un'eventuale censura potrebbe non influire automaticamente sulla seconda ricusazione presentata dai pm Narducci e Capuano. Il Csm ha deciso di adottare la misura della censura del giudice Teresa Casoria per il linguaggio scurrile utilizzato con i propri colleghi, ma l'ha assolta dalle accuse più gravi. Come abbiamo riferito la censura non è motivo che possa portare automaticamente all'accoglimento dell'istanza di ricusazione dei pm, ma la decisione della Corte d'Appello potrebbe risultare condizionata dal giudizio del Csm e, soprattutto, dalla palese ostilità manifestata dalle giudici a latere Pandolfi e Gualtieri.  di www. ju29ro.com