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Calciopoli, chi rischia davvero?

Le ultime dal processo di Napoli

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Per dare un senso, anche blando a cinque anni di processo, e a quello che questo lustro è costato in termini economici, poiché la giustizia ha un costo salato sia per gli imputati che per l'erario, sarebbe stato necessario arrivare a provare la fondatezza delle accuse iniziali, fatta però di foglie autunnali, invece il castello accusatorio è durato meno di un gatto in tangenziale e di un diabetico in pasticceria. Se la giustizia sportiva, nella sua autonomia, ha fatto fronte al più grande scandalo del calcio italiano (tralasciando i maggiori protagonisti che vivono indisturbati e tranquilli) arrivando ad una sentenza folle, e relativa penalizzazione senza prove, vere colpe o identificare almeno il dolo, ma sposando solo l'onda emozionale del momento, accontentando solo gli antijuventini, non ancora satolli, oggi scopriamo che anche la giustizia penale ha bisogno di appoggiarsi niente meno che al calcio scommesse. E' incredibile dover tornare indietro a quando non c'era stato l'attentato al Papa, non era caduto il muro di Berlino, era presidente Pertini, che Dio l'abbia in gloria, Del Piero non aveva ancora perso i denti da latte e Platinì non era ancora approdato alla Juventus! Ascoltando la prima parte della requisitoria di Narducci, ciò che colpisce e fa tremare i polsi è la mancanza di uno straccio di prova a sostenere delle teorie che vengono esplicate come se in cinque anni tutto fosse rimasto al 2006 e come se 180.000 telefonate incriminati ma estranee a Luciano Moggi non siano mai emerse, quando agli imputati non fu concessa loro la possibilità di difendersi in sede sportiva. E ora la Figc sta in finestra, tremolante all'idea di dover mandare l'Inter in B e doverla degradare sul campo di almeno due o tre titoli acquisiti. Moratti potrebbe non riprendersi mai dal colpo, Mou dalla Spagna potrebbe avere un attacco apoplettico e poi potrebbero scoperchiarsi i sepolcri! Già, chi ha il coraggio di una simile rivoluzione? La risposta è automatica, gli stessi che mandarono la Juve in B da innocente! Il processo di Napoli è stato mediatico, ma in modo partigiano, perché la stampa che conta tace. Il numeroso popolo dei tifosi non è mancato, ma ancora una volta si fa forza sullo spirito antijuventino che si taglia con il coltello. Non sono stati trovati riscontri oggettivi che dimostrino contro ogni ragionevole dubbio il vantaggio che la cupola, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto far conseguire alla Juventus e ai suoi amici, e la formula sembra essere più o meno la stessa: sono colpevoli perché è così e basta, e gli altri veri colpevoli basta ignorarli. Il pm Narducci ha parlato per molte ore riproponendo, con un linguaggio sicuramente prorompente, le sue teorie, ma a noi non basta. Rinnovare i dubbi del 2006 è servito ai media svogliati di riproporre l'argomento Calciopoli, sposando la linea colpevolista che li ha sempre contraddistinti e ignorando ancora Collina, e relative telefonate con Galliani, Giacinto Facchetti, Massimo Moratti, Bergamo e gli altri relativi telefonati e telefonanti! E' palese dopo cinque anni di processo che non ci sono risultati concreti atti a dimostrare la fondatezza dei teoremi di Narducci. Non sappiamo come terminerà il processo, e il clima surreale fa supporre le più disparate ipotesi, tuttavia è lecito pretendere che la Figc agisca contro i colpevoli, quelli veri però! di Simona Aiuti

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