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In un Paese normale, ospiti d'onore

Sfilata di eminenze sul prato del nuovo Juventus Stadium. Però manca qualcuno...

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Le eminenze che sfileranno sul prato del nuovo Juventus Stadium o che più semplicemente si accomoderanno sui comodi seggiolini in tribuna vip sono tante, e vanno da ex juventini, giocatori, tecnici e dirigenti (Sentimenti IV, Lippi, Capello, Boniperti), ad esponenti politici di spicco (Fassino, Maroni, Crimi), passando per i rappresentanti istituzionali del calcio e dello sport (Abete, Petrucci) e per numerosi presidenti di serie A (Galliani, Della Valle, Lotito ed altri). Ci sarà anche il tanto reclamizzato Jean Claude Blanc, l'uomo che, disastri sportivi a parte, ha avuto il merito di accompagnare il progetto stadio dalla fase progettuale a quella esecutiva: può sembrare un grande merito, ma non lo è. La vera impresa fu vincere il braccio di ferro con Comune di Torino e Regione Piemonte, una lotta non priva di momenti di sconforto, in cui il progetto stadio rischiò seriamente di saltare perché osteggiato da molti amministratori locali: un decennio di battaglie a colpi di carte catastali, permessi, agevolazioni, restrizioni, ostacoli urbanistici, cavilli regolamentari. Infine, grazie all'appoggio di Umberto Agnelli, il progetto passò: e la paternità è tutta di Antonio Giraudo, la mente finanziaria della Triade che ebbe in Luciano Moggi altro cardine di spicco. E se sul campo e nelle immagini proiettate nel nuovo impianto vedremo le parate di Buffon, i tackle di Montero, le finte di Zidane e le stoccate di Nedved, lo dobbiamo al direttore generale che per 12 anni portò a calcare quello stesso prato i migliori campioni del continente. Giraudo e Moggi, indissolubilmente legati alla Juventus anche ora che non ne fanno parte, e destinati anche nei prossimi anni ad aleggiare nelle stanze di Corso Galfer per l'eredità lasciata e le controverse reazioni che continueranno a suscitare, sarebbero dovuti essere allo Juventus Stadium in qualità di ospiti d'onore, acclamati dallo speaker e ripagati da 41.000 applaudenti: un indennizzo minimo per cinque anni di calunnie spesso appoggiate dalla stessa società, almeno sino a maggio 2010. di Nicol Pozzi

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