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"Tutta Calciopoli va rimessa in discussione"

Parla l'avvocato D'Onofrio: "E vale sia per la Juventus, sia per Moggi"

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Appena diffusasi la notizia della richiesta di chiarimenti alla Figc da parte dell'Uefa, in seguito all'esposto presentato dalla Juve, le reazioni da parte federale erano state sfuggenti e laconiche, tendenti a minimizzare la cosa e la liquidarla come atto dovuto ma, a voler andare oltre la forma del documento, non è così e lo ha spiegato l'avv. Paco D'Onofrio, che difende Luciano Moggi in ambito sportivo, in un intervento alla trasmissione 'Stile Juventus', su Radio Manà Manà: “Ovviamente l'atto della Uefa è molto importante - ha sottolineato - perché l'organo superiore chiede a un suo inferiore chiarimenti in ordine a questioni che la Juventus ha sollevato. Sgomberiamo l'equivoco, questo non è un atto dovuto come è stato detto per minimizzare l'accaduto e non lasciamoci sorprendere dal tenore della lettera, molto cordiale, perchè quel tipo di linguaggio resta nel campo del doveroso per la Uefa". Non è quindi un semplice atto dovuto, una prassi di routine, ma un atto di accertamento, che si svolge con le modalità previste dalle procedure Uefa: "Il Consiglio Federale si è dichiarato incompetente riguardo lo scudetto del 2006 - spiega l'avv. D'Onofrio - quindi non credo si tratti di una semplice corrispondenza tra federazioni, una sorta di saluto o cordialità ma di un vero e proprio atto di accertamento; certo la Uefa non ha mandato un ufficiale giudiziario in via Allegri perché quella non è la procedura ma un organo di controllo che si attiva significa sicuramente qualcosa". E il fatto che intenda comunque prendere poi una posizione è data dal tempo, piuttosto ristretto, concesso ad Abete & C per raccogliere carte ed elementi e far pervenire il tutto all'Uefa: con cortese sollecitudine, insomma, perché poi 'vedremo cosa sarà opportuno fare', dice Monsieur Cornu. "La Uefa ha dato un termine piuttosto breve alla Figc di risposta e questo è significativo, questo è un vero e proprio atto di controllo per cercare di capire quali possono essere le conseguenze. L'esposto della Juve è pluristrutturato perché chiede più quesiti alla Uefa, non si limita alla revoca del titolo dell'Inter ma si basa anche sull'illegittima partecipazione dei nerazzurri all'odierna edizione della Champions League perché, analogamente a quello che è successo al Fenerbahçe, una squadra coinvolta in un procedimento disciplinare, benché prescritto, secondo la Juventus non può ai tempi partecipare a una competizione europea. Ecco perché alla Figc sono imposti tempi stretti perché il tutto non è limitato alla questione della revoca dello scudetto, cosa rimasta latente per anni e che può ancora attendere per ora, ma c'è una decisione che l'Uefa dovrebbe prendere a breve riguardo la partecipazione dell'Inter alla Champions League". Anche se la Juventus, per bocca dell'avv. Briamonte ha detto e ripetuto che l'Inter è un caduto accidentale, e che il vero obiettivo è la Figc, per come ha condotto le indagini, e tutti i passi successivi (inclusa la relazione di Palazzi), e cioè a senso unico, senza garantire alcun tipo di parità di trattamento, è chiaro che l'Uefa si pone come stringente anche la questione Champions League. Ma in realtà ciò che più importa, quello di cui tutti, Uefa in testa, dovrebbero venire a conoscenza, è "per quale motivo, come ha ricordato Moggi, la Figc è ancora ferma alle sentenze e alle prove del 2006 - ha spiegato Paco D'Onofrio sempre nel suo intervento su Radio Manà Manà - Il processo di Napoli ha messo in evidenza uno scenario non solo differente ma opposto rispetto a cinque anni fa, non solo, ma l'organo più importante italiano, ovvero il Coni, ha già detto che le prove vanno attualizzate, cosa logica. Bene, guardando alla radiazione di Moggi, discussa in primo e secondo grado tra maggio e luglio in Figc, si è valutato solo secondo le prove del 2006. Il 13 ottobre saremo davanti all'Alta corte del Coni e chiederemo l'annullamento di quelle sentenze, il problema dunque non è solo limitato alla revoca dello scudetto all'Inter, che forse è l' espressione più emblematica dell'ambiguità della Figc, ma non è l'unica, qui va discusso l'intero operato della Federazione riguardo Calciopoli". E la chiusura dell'intervento di D'Onofrio dalla richiesta di chiarimenti dell'Uefa si sposta dunque sul discorso relativo alle linea di difesa di Luciano Moggi: "Il discorso è che noi abbiamo tessuto una difesa molto semplice, è bastato portare davanti ai magistrati sportivi le prove emerse a Napoli in modo che la Figc potesse dire in modo sereno e semplice che le prove del 2006 erano molto differenti rispetto alle attuali, ricordo che all'epoca si pensava che Paparesta fosse stato chiuso nello spogliatoio del Granillo di Reggio Calabria, quando in realtà il fatto non sussiste, quindi era quanto meno logico rileggere Calciopoli in base alle prove emerse nel 2011. Questo non è stato fatto, queste indicazioni che la Federazione ha disatteso erano state date dal Coni, non da organi di parte. Ora auspichiamo che il Coni rispetta i suoi dettami perchè è anacronistico e impossibile in un ordinamento come quello sportivo dove, ricordiamolo, circolano soldi pubblici, dei contribuenti e dello Stato e dove tutto andrebbe fatto con linearità e trasparenza, si resti fermi al 2006".  di JU29RO

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